Ai.Bi., enciclica: le raccomandazioni al Non profit sul valore del dono

Nell’enciclica “Caritas in veritate” Papa Benedetto XVI lancia un monito: l’esperienza del dono spesso non viene riconosciuta a causa di una “visione produttivistica e utilitaristica dell’esistenza”.

Su tale concetto, Ai.Bi. interviene evidenziando che il settore non profit ha vissuto un progressivo allontanamento da quella cultura del dono e della gratuità che dovrebbe costituirne la spina dorsale.

“Il mondo del non profit tende a far svolgere gli interventi e le attività a consulenti, professionisti e collaboratori lontani da quella logica di servizio e gratuità che caratterizza invece il lavoro del volontario. – ha evidenziato Griffini – In questo modo si mettono da parte, però, risorse preziose che in passato costituivano il cuore delle organizzazioni Non Profit. Basti pensare agli investimenti pubblicitari di tante associazioni che preferiscono utilizzare strumenti di comunicazione e raccolta fondi propri delle imprese profit per far conoscere la propria missione e sollecitare i sostenitori a donare sempre di più, anziché utilizzare il lavoro dei volontari.” La logica dell’aziendalismo forzato si è riflessa quindi anche sul Terzo settore. Oggi nelle associazioni ciò che conta non sono tanto i volontari, ovvero le persone che donano il loro tempo libero per partecipare alla missione dell’associazione, bensì i sostenitori, ossia coloro che sostengono economicamente le sue attività.

Anche nel Terzo Settore allora sarebbe fondamentale riscoprire e valorizzare la logica del dono a cui si appella Benedetto XVI nell’enciclica.