Bambini in kafala: perché per l’Italia sono figli di serie B?

Cara Ai.Bi., sono bloccata da oltre tre anni in Marocco in attesa che questa vergogna italiana possa aver fine, che vengano finalmente rispettati i diritti dei minori in kafala e che sia loro concesso il nulla osta per ricongiungimento familiare con i loro kafit italo_marocchino. La mia piccola Meriem come tanti piccoli sono figli e basta. Non devono esistere figli di serie A e serie B. Ringrazio la vostra associazione per la sensibilità e la tenacia con le quali è da sempre attenta a casi analoghi al mio.

“Oltre la speranza” è il titolo di un libro che sto scrivendo e spero qualche casa editrice mi aiuti a pubblicare: mai senza mia figlia potrei ritornare in Italia.

Roberta

 

IRENEBERTUZZICara Roberta,

qualche tempo fa speravamo sinceramente di essere arrivati finalmente al traguardo e invece ancora nulla di fatto.

La kafala rimane ancora tabù: l’Italia non ha ancora ratificato la Convenzione del 1996 che porrebbe fine a questa vergogna.

E’ uno dei punti salienti della proposta di riforma della legge 184 del 1983 che alcuni deputati e senatori, recependo le idee di Amici dei Bambini, hanno depositato in Parlamento.

Sono diverse le coppie che ci interpellano e che hanno accolto in kafala bambini che sono ormai diventati e considerati figli a tutti gli effetti, pur non avendo la possibilità di vivere accanto ai loro genitori soltanto perché l’Italia non riconosce la kafala come l’unico strumento possibile per accogliere un minore di origine musulmana come figlio.

Ma non disperiamo: continuiamo a sperare che “il miracolo” si avveri.

Con affetto,

Irene Bertuzzi

Area adozioni internazionali