Bulgaria. I dati sulle adozioni internazionali nel 2016: Francia raddoppia, Spagna stabile, ma Usa e Italia crollano

bambini bulgariaLa Bulgaria è, da mesi, uno dei Paesi maggiormente al centro della campagna diffamatoria contro Amici dei Bambini messa in atto dal settimanale “l’Espresso”, a cui hanno fatto eco le assurde affermazioni della (ex) vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali Silvia Della Monica. Eppure proprio il tanto bistrattato Paese dell’Est Europa dovrebbe essere preso a esempio da parte della nostra Autorità Centrale. Perché, a differenza di quanto fa la Cai, le autorità bulgare pubblicano puntualmente i dati sulle adozioni internazionali, dando una dimostrazione importante di trasparenza.

Recentemente il ministero della Giustizia di Sofia ha reso noti i dati sugli abbinamenti formalizzati, al netto di possibili rifiuti, tra i minori bulgari adottabili e le coppie di aspiranti genitori adottivi stranieri nel 2016, permettendo quindi un confronto con quanto fatto nel 2015. Si tratta di pratiche che hanno già concluso la fase amministrativa e possono quindi passare all’esame del Tribunale. Confronto dal quale, purtroppo, emerge un calo generalizzato, con percentuali anche molto alte per alcuni Paesi, tra cui l’Italia, e poche eccezioni.

Il numero totale delle procedure di abbinamento formalizzate è sceso dalle 334 del 2015 alle 246 del 2016, per un calo del 26%. A pagare il prezzo maggiore di questo decremento sono stati i due principali Paesi di accoglienza dei minori bulgari: Stati Uniti e Italia. Gli Usa scendono addirittura del 40%, da 164 a 98. Quasi analogo il crollo fatto registrare dal nostro Paese, che si conferma al secondo posto come terra di accoglienza per i bambini bulgari, ma fa segnare un crollo del 36%, dai 77 abbinamenti del 2015 ai 49 dell’anno successivo. Calano anche Canada (da 11 a 4), Germania (da 16 a 11) e Spagna (da 24 a 22). Irlanda, Belgio e Cipro confermano invece nel 2016 il numero di abbinamenti ottenuti nel 2015, ma si tratta di dati molto ridotti: rispettivamente 6, 2 e 1. Altri Paesi – Norvegia, Grecia, Danimarca e Finlandia – che avevano ottenuto degli abbinamenti nel 2015, rimangono invece al palo nell’anno successivo.

Quattro invece i Paesi che possono sorridere e vedono nel 2016 un numero di abbinamenti formalizzati dal ministero della Giustizia bulgaro più alto rispetto al 2015. Un piccolo incremento lo fanno segnare Lussemburgo e Olanda, che passano rispettivamente da 2 a 3 e da 7 a 8. La Svezia raddoppia i suoi abbinamenti, saliti da 3 a 6. E la Francia fa ancora meglio, con un incremento addirittura del 125%, da 16 a 36.

Uno sguardo anche alle procedure speciali, anch’esse in calo, da 129 a 80: -38%. Decremento avvertito, anche in questo caso, in modo particolare negli Stati Uniti, dove si è passati da 114 a 67, per un – 41%. Calo anche in Italia: dalle 7 procedure speciali del 2015 alle 5 del 2016.