Cambogia: la solitudine dei numeri primi (e degli uomini ricchi)

In un Paese dove il PIL pro capite é di poco superiore ai 2000 dollari, leggere un articolo sulla prima pagina del “Cambodia Daily” che parla delle spese folli fatte da qualche (molto pochi) cambogiani per una questione di scaramanzia, fa venire la pelle d’oca.

Spieghiamo meglio. La popolazione cambogiana é molto superstiziosa, crede nel malocchio, nella bontá – e nell’ira – del fato, si affida agli stregoni anziché ai medici, beve pozioni di radici e erbe per tenere lontati i demoni o per scacciare la sfortuna. E paga 10mila dollari per avere una targa che sia composta da soli “9”, il numero piú fortunato perché piú alto. O 6mila dollari per un numero di telefono composto da cifre tutte uguali (una fila di sette “6”, in questo caso). O 900 dollari perché il numero identificativo della propria patente non solo sia formato da numeri alti (superiori al 5), ma che la somma di questi numeri abbia come risultato 9.

Vero é che le persone che possono permettersi questi “trattamenti”sono ben poche, ma queste vicende non possono non far pensare a quanto forti siano le disuguaglianze all’interno di questo Paese; a quanto diverse siano le possibilitá che delle persone, nate nello stesso stato, nella stessa cittá, nello stesso periodo, hanno; a quanto siano pochi – ma sempre presenti – questi numeri primi, sempre ai piani alti, sempre alla guida di macchine lussuose, sempre vestiti con grandi firme, rispetto a chi, i numeri, non sa nemmeno leggerli.