Convegno Monza, 6 maggio: “Il progetto adottivo”

(Monza) “Il sistema adozioni italiano è diventato un modello nell’attuale panorama internazionale” ha detto Daniela Bacchetta, Vice Presidente della Commissione per le Adozioni internazionali (CAI) nell’intervento di apertura del convegno “Il progetto adottivo. Realtà, percorsi e criticità nel post-adozione” promosso dalla ASL di Monza e Brianza in corso oggi a Monza.

L’Italia si conferma uno dei principali Paesi di accoglienza dei minori abbandonati: nel 2008 sono stati infatti quasi 4mila i bambini che hanno trovato una mamma e un papà. Bacchetta ha evidenziato, andando oltre il mero dato numerico che l’Italia è diventato un vero e proprio punto di riferimento; è l’unico Paese, insieme alla Norvegia, ad avere infatti una rete di Enti autorizzati che gestiscono interamente il processo adottivo in collaborazione con l’Autorità centrale. Tutto ciò ha permesso di creare un metodo di lavoro basato sulla trasparenza del percorso adottivo e sulla massima collaborazione tra Servizi sociali, Enti autorizzati e CAI.

Nell’intervento la Vice Presidente ha ribadito “il forte desiderio delle aspiranti famiglie adottive di accogliere bambini piccoli (0-3 anni)”, una tendenza che mal si concilia con lo stato di reale bisogno dei minori adottabili. Sono sempre di più, infatti, i Paesi che indicano i bambini più grandicelli come candidati ideali per l’adozione internazionale; sono proprio loro a non essere stati accolti dalle famiglie locali il cui destino potrebbe (senza l’adozione internazionale) essere segnato per sempre.

Mariangela Beretta e Maddalena Colzani, portavoci della ASL di Monza, hanno presentato i risultati di una ricerca inedita dalla stessa condotta, relativa alle adozioni che si sono concluse nel territorio dal 2004 al 2008. Monza risulta la terza provincia a livello regionale per numero di coppie che hanno avviato l’iter adottivo. I risultati regionali confermano i dati nazionali: stesso profilo delle coppie. La maggioranza degli uomini che adottano ha un’età compresa tra i 35 e 44 anni, le donne hanno tra i 30 e i 44 anni. Le coppie adottive (in media) sono sposate da 7-10 anni. Il livello scolastico è medio alto, la quasi totalità (85,2%) non ha figli.

Significativo anche l’intervento del Presidente del Tribunale per i Minorenni Mario Zevola che ha affrontato il delicato tema dei fallimenti adottivi, che “non deve essere vissuto come un fallimento dei genitori, bensì dell’intero sistema”. Dall’esperienza territoriale emerge che il fallimento si manifesta soprattutto nel momento in cui è abissale la differenza tra il “bambino sognato” dalla coppia durante il periodo dell’attesa e le caratteristiche reali del figlio adottivo. In tal senso è fondamentale l’importanza della prevenzione e della formazione delle coppie per prevenire il fallimento adottivo.