Coronavirus. Task force per i bambini in situazioni di disagio. L’appello di Agevolando

Tra le mura domestiche silenziate le grida di dolore dei minorenni in difficoltà. Necessario intervenire. Amici dei Bambini aderisce

Sono circa 450.000 in Italia i bambini in carico ai servizi sociali di cui 91.000 a causa di maltrattamenti, 1.260.000 vivono in condizioni di povertà assoluta. Impossibile quantificare quanti vivano inoltre in situazioni di disagio sommerse o invisibili.

Minori le cui grida di dolore sono state silenziate dal Coronavirus, che costringe a casa tutti gli italiani. Impossibile, in questo momento, attivare le misure di protezione per i casi più difficili.Così l’associazione dei care leavers (cioé dei ragazzi che, una volta maggiorenni, lasciano il regime di protezione istituzionale), Agevolando, ha lanciato un appello al Governo e alle istituzioni, cui ha aderito anche Ai.Bi. – Amici dei Bambini.

Agevolando, Amici dei Bambini e le altre organizzazioni aderenti all’appello, chiedono: la costituzione di task force locali tra scuola, autorità giudiziarie minorili, servizi sociali, sanitari e terzo settore (comprese le associazioni familiari), accreditati e collegati ai soggetti decisori locali/regionali, per segnalare e per intervenire subito sulle situazioni più fragili e a rischio con interventi di sollievo (dispositivi per collegamento a distanza, tablet o pc, giochi, materiale di cartoleria, spesa alimentare, vestiti, ecc.), nonché monitoraggi quotidiani da parte di personale competente e, in generale, tutte le iniziative applicabili nell’ambito delle misure emergenziali per favorire l’esercizio massimo dei diritti di tutti i bambini e i ragazzi; la realizzazione dei necessari interventi urgenti di tutela attivati anche in attuazione a provvedimenti dei Giudici minorili, per mettere in protezione le vittime (se necessario anche tramite art. 403 c.c.) assicurando il rispetto delle norme sanitarie per le realtà di accoglienza; la creazione di gruppi di informazione e sostegno psicologico per insegnanti che devono curare in questa fase ancora di più non solo gli aspetti didattici ma anche quelli relazionali facendo sentire a questi bambini e bambine che continuano a essere pensati, che c’è un adulto di riferimento. Lo stesso dovrebbe essere realizzato anche nei confronti dei piccoli della fascia 0-5 anni con il supporto dei consultori pediatrici e delle altre strutture territoriali come scuole dell’infanzia e ludoteche; la sensibilizzazione delle forze dell’ordine a dare tempestivo riscontro alle chiamate di aiuto che possono ricevere rispetto a situazioni di violenza familiare; l’individuazione di una figura istituzionale che coordini tale task force, definendone funzione, qualifica e ambito di competenza.