Cosa succede all’interno del Tribunale dei Minori di Milano?

Anna il 05/11/2012 alle 12.35 scrive:

La situazione dei minori abbandonati è sempre di più un disastro, non possono accadere cose del genere, in Italia, nel 2012. E’ semplicemente inconcepibile, si tratta di bambini, vite umane, adulti che saranno degli infelici e dei disadattati e che, a loro volta, metteranno al mondo figli, che saranno degli infelici e dei disadattati, se non si interrompe questa catena e non si dà loro modo di vivere felici e sereni in un contesto familiare, come sarebbe legittimo, normale, fisiologico. Mi fanno arrabbiare da morire queste cose anche perché non se ne sa niente!!!!!! Bisognerebbe rendere pubblico cosa succede anche all’interno del Tribunale dei Minori di Milano (!), forse questi “incidenti” non si ripeterebbero. E’ vero che fivet e adozione non dovrebbero essere un’alternativa, ma se l’adozione fosse più semplice, rapida e alla portata di tutti, anche in termini economici, forse meno gente ricorrerebbe alla fivet….finché non cambierà questa macchina burocratica lenta, complessa, costosa…tanti minori resteranno senza la possibilità di vivere serenamente in un contesto familiare! E questo non perché non ci siano famiglie pronte ad accoglierli! E’ pazzesco! Le famiglie pronte ad accogliere, ad adottare, sono tante tantissime! E allora, come si fa a non voler far qualcosa di fronte a tutto ciò? Ma cosa? Mi chiedo. Cosa?

Cara Anna,

La Sua rabbia è comprensibile, ed è anche quella di Ai.Bi. Ecco perché nel Manifesto per la riforma della legge sulle adozioni internazionali ci sono alcune proposte che, sebbene possano apparire rivoluzionarie – come quella dell’eliminare le adozioni internazionali dalla competenza dei Tribunali per i Minori – non lo sono affatto e sono, invece, normalissime quando si guarda a quello che succede negli altri Paesi europei e se si parte dalla considerazione che così com’è la procedura non funziona.

Chi difende il sistema attuale considera che il nostro paese è stato finora tra i Paesi maggiormente “accoglienti” dei minori stranieri, senza però considerare che il numero di adozioni non potrà mai essere in futuro così alto, visto che le coppie vengono così aspramente, e in molti casi incomprensibilmente, scoraggiate ed escluse dalla procedura.

Occorre formare e accompagnare le coppie con servizi di qualità sempre maggiore, questo sì, ma ridurre il numero di coppie adottanti è la soluzione sbagliata perché la domanda e il bisogno di famiglie accoglienti è tutt’altro che in diminuzione, come giustamente Lei, cara Anna, ben osserva.

A questo punto, mi preme sottolineare che il Manifesto di Ai.Bi., oltre a contenere delle proposte giuridiche per la modifica della legge, parte dalla considerazione che la necessità principale sia una riforma culturale: è urgente una maggiore presa di coscienza dei diritti e dei bisogni dell’infanzia in Italia e nel mondo. E occorre muoversi insieme, con urgenza, con l’unico obiettivo di rispettarli mettendoli al primo posto, al di sopra degli equilibri di potere tra autorità pubbliche e degli interessi degli adulti.