Creare delle autorità regionali non finirebbe per rendere ancora più frammentato il sistema delle adozioni?

Buongiorno,

sul vostro sito da qualche tempo leggo articoli in cui si auspica la sostituzione della Commissione Adozioni Internazionali con delle ipotetiche autorità regionali. Secondo voi in tal modo il sistema delle adozioni sarebbe più efficiente. Ma voi stessi frequentemente lamentate un’eccessiva complessità del settore. Non credete che con l’istituzione delle autorità regionali, tale sistema diventerebbe ancora più frammentato e le procedure diverse da Regione a Regione, con la conseguenza che a seconda del luogo di residenza un’aspirante coppia adottiva debba affrontare costi, tempi e iter burocratici differenti?

Vi sarei grato se mi risolvesse questo dubbio.

Alessandro

 

RITRATTO-MARCO-GRIFFINI200Caro Alessandro,

la questione che ci poni è sicuramente interessante e merita una precisa spiegazione.

A nostro avviso, un’unica Autorità Centrale nazionale che supervisioni tutto il sistema delle adozioni internazionali è eccessivamente lontana dalle reali necessità delle famiglie adottive. Non sarebbe così invece se si istituissero delle Autorità, o Commissioni, regionali. È evidente, infatti, che tanto più piccolo è il territorio di competenza, tanto più è possibile per un’istituzione essere vicina ai bisogni dei cittadini. Nel caso specifico dell’adozione, un lavoro a stretto contatto tra l’autorità regionale e gli enti autorizzati permetterebbe di seguire meglio le coppie prima, durante e dopo l’adozione. Si potrebbe così finalmente garantire alle coppie un vero accompagnamento lungo il percorso dell’accoglienza. In questo senso, poter contare su un’autorità ben radicata e integrata sul territorio rappresenterebbe un indubbio vantaggio per la famiglia adottiva. A dimostrazione di questo ci sono i dati dei Paesi nei quali è già un vigore un sistema a base regionale: in Spagna, per esempio, i fallimenti adottivi sono praticamente inesistenti.

Ne deriverebbe una visione completamente diversa e innovativa dell’adozione. A un sistema ancora determinato da una legge ormai vecchia e inefficiente, come quello italiano, si andrebbe a sostituire un  nuovo modello che vedrebbe l’istituto dell’adozione rientrare direttamente tra le competenze della Regione e dei suoi servizi. In questo modo, le famiglie, gli enti autorizzati e la Regione sarebbero come un “tutt’uno” in grado di collaborare reciprocamente in modo efficiente.

Un caro saluto,

 

Marco Griffini

Presidente di Ai.Bi.