Crisi siriana, UNHCR: “La più grande emergenza umanitaria della nostra era”

siria200Dal nostro inviato (Luigi Mariani) – Non sembra avere dubbi Antonio Gutierres, a capo dell’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR): “La crisi siriana è diventata la più grande emergenza umanitaria della nostra era, eppure il mondo si sta mostrando incapace di far fronte ai bisogni dei rifugiati e dei paesi che li ospitano”. Secondo gli ultimi dati riportati dalle Nazioni Unite, infatti, il numero di profughi siriani che hanno dovuto lasciare il proprio paese e risultano regolarmente registrati presso gli stati di accoglienza ha superato i 3 milioni; in altre parole, 1 siriano su 8 è stato costretto a oltrepassare il confine per sfuggire al conflitto.

“La risposta all’emergenza è stata generosa, ma purtroppo è ampiamente insufficiente rispetto ai reali bisogni” ha aggiunto Gutierres. Bisogni che continuano a crescere, a fronte di una situazione che si aggrava giorno dopo giorno.

Al momento, i dati ufficiali parlano di 1.175.504 rifugiati in Libano, 832.508 in Turchia, 613.252 in Giordania, 215.369 in Iraq, 139.090 in Egitto, 23.367 in Nord Africa; si tratta tuttavia di numeri parziali, perché non tengono conto dei rifugiati non registrati che vivono nei centri urbani (stimati in centinaia di migliaia), così come del fenomeno dei cosiddetti “bambini apolidi”, nati al di fuori della Siria e privi di qualsiasi documento di identità o riconoscimento anagrafico.

Ammontano invece a 6,5 milioni gli sfollati interni, di cui circa la metà sono bambini; sommati al numero di rifugiati nei paesi limitrofi, si raggiunge una cifra impressionante, che ammonta a quasi la metà dell’intera popolazione siriana.

A peggiorare la situazione di conflitto già in atto fra governo e opposizione, negli ultimi mesi, è stata senza dubbio la poderosa avanzata del famigerato Stato Islamico, che ora controlla ampie aree della Siria e dell’Iraq e che si è mostrato particolarmente spietato nei confronti delle minoranze etnico-religiose, causando ingenti spostamenti di persone.

Anche a causa della continua evoluzione della situazione interna e degli equilibri fra forze in campo, diventa sempre più difficile, per le famiglie costrette ad abbandonare le proprie case, raggiungere la tanto sospirata salvezza in zone più sicure o al di là dei confini: arrivano stremate e spaventate nei campi di accoglienza, spesso senza più soldi, dopo aver passato mesi a fuggire di villaggio in villaggio ed essere state costrette a pagare ingenti somme ai gruppi armati, in cambio della propria sicurezza. A volte, è proprio quando pensano di aver trovato un rifugio sicuro, che comincia la vera odissea, come nel caso dei profughi di Arsal, in Libano, costretti persino a rientrare in Siria dopo che i loro campi sono stati presi di mira e attaccati dai gruppi jihadisti.

Non è certo un primato invidiabile, quello registrato dalla crisi umanitaria siriana, una delle più gravi di sempre; ma è sicuramente un richiamo alle coscienze dei responsabili delle nazioni e di ciascuno di noi, affinché facciamo quanto in nostro potere per porre fine a questa immane tragedia.

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto il supporto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

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