Decreti vincolati: garanzia per avere un bambino piccolo o grosso ostacolo all’adozione?

Buongiorno Ai.Bi.,

vi scrivo per sottoporre alla vostra attenzione la decisione del Tribunale dei minori della mia città relativamente alla domanda di adozione internazionale presentata da me e mia moglie. Dopo un’interminabile sequenza di colloqui e di visite da parte degli assistenti sociali. i giudici ci hanno concesso l’idoneità, ma hanno aggiunto anche un vincolo piuttosto restrittivo: il decreto è infatti vincolato all’adozione di un bambino di massimo 3 anni. Alle nostre perplessità e richieste di chiarimenti sul perché di tale decisione, i giudici ci hanno spiegato che, in questo modo, hanno cercato di garantirci la possibilità di avere un bambino piccolo, evitando che gli enti autorizzati ci costringano ad accogliere minori grandi. All’atto pratico, invece, stiamo trovando difficoltà anche a trovare un ente disposto a seguire la nostra procedura adottiva. Che utilità potrà mai avere, davvero, un vincolo di questo tipo?

Grazie,                                          

Alessandro

 

cbernicchi-fotoCaro Alessandro,

quella dei decreti vincolati è purtroppo una moda che si sta diffondendo nei Tribunali per i Minorenni italiani. È evidente che  si tratta di una vera e propria forma di discriminazione. La legge sulle adozioni, infatti, prevede che “il diritto del minore e vivere, crescere ed essere educato nell’ambito di una famiglia” sia “assicurato senza distinzione di sesso, etnia, ETA’, lingua, religione”. Questi provvedimenti vanno invece contro anche al semplice principio di uguaglianza, sancito dall’articolo 3 della nostra Costituzione che si riferisce alle “condizioni personali”, tra le quali rientra ovviamente anche l’età della persona.

Tali provvedimenti finiscono per rendere molto complicata, se non impossibile, l’adozione. E’ infatti molto difficile trovare minori così piccoli e non facenti parte di fratrie tra quelli adottabili nei vari Paesi. Ed è quasi sicuramente per questo che state facendo molta fatica a trovare un ente disposto a seguire il vostro iter adottivo. L’ente che eventualmente decidesse di accettare il vostro mandato, infatti, si troverebbe in difficoltà nel riuscire a individuare il Paese verso il quale indirizzarvi e soprattutto l’Autorità del Paese straniero sarebbe in grande difficoltà nel poter segnalare un minore entro tale fascia di età. I Paesi del Sud America, per esempio, sarebbero da escludere completamente. Da quelle parti, infatti, un bambino adottabile di età inferiore ai 3 anni si troverebbe quasi esclusivamente come componente di una fratria. Molti Paesi, al contrario, ormai segnalano in adozione internazionale solo bambini più grandi di quell’età. Senza contare i tempi tecnici che quasi certamente non permetterebbero di rispettare i parametri ristrettissimi imposti dal decreto.

Per tutte queste ragioni, Ai.Bi. già da tempo ha manifestato la sua contrarietà a provvedimenti come i decreti vincolati. Questi, infatti, non sono nell’interesse né delle coppie né dei minori. Le prime vedono infatti fortemente limitata la possibilità di avere un figlio. E soprattutto molti bambini abbandonati che non rientrano nei criteri imposti dal vincolo continuano a crescere negli istituti e vedono sempre più allontanarsi la possibilità di trovare una nuova famiglia.

In sostanza, i decreti vincolati finiscono, da un lato, per sprecare le risorse rappresentate da molte famiglie come la vostra, disposte all’adozione; e dall’altro, per lasciare in istituto molti bambini che, senza tali provvedimenti, potrebbero essere accolti da una nuova famiglia.

Un caro saluto,

 

Cinzia Bernicchi

Consulente di Ai.Bi.