Emergenza bambini. 400mila morti in più nel mondo, mentre crollano le nascite

La pandemia ha interrotto ovunque servizi sanitari e sociali. L’esito è spaventoso. Anche per questo diciamo: #Continuiamodaibambini

Lo dicono i dati, lo fotografa la realtà: oggi più che mai è “emergenza bambini”. L’inarrestabile crollo delle nascite in Italia (“il persistente declino avviatosi nel 2015 ha portato a una diminuzione di quasi 551 mila residenti in cinque anni”, ha detto l’ISTAT), si accompagna a una situazione che, più o meno in tutti i Paesi cosiddetti sviluppati, vede una denatalità che si diffonde come una vera e propria “pandemia”. Pensando all’Europa, infatti, si può dire che il “Vecchio continente” sia tale di nome e di fatto: oggi è infatti la regione mondiale con la popolazione più vecchia al mondo. L’età media è di 43 anni, 12 in più rispetto al resto del mondo. L’invecchiamento, inoltre è un fenomeno inarrestabile, che, entro il 2035, porterà a una situazione in cui un quarto della popolazione avrà 65 anni o più rispetto all’uno su 13 del 1950.

Emergenza bambini. Italia la nazione messa peggio in Europa

Purtroppo, però, bisogna dire che l’Italia è la nazione che sta peggio: se cento anni fa la media era di 2,5 figli a donna, dopo la econda guerra mondiale la media è scesa a 2. Nell’ultimo decennio questo tasso è crollato pesantemente, arrivano alla media di 1,32 figli per donna, dato di molto inferiore al 2,1 definito come il livello minimo di cui un Paese ha bisogno per il mantenimento della sua popolazione.

Emergenza bambini. Quei 400mila morti in più per l’assenza di servizi sanitari. Causa Covid

Al dramma dei bimbi che non nascono, si aggiunge, a causa del Covid-19, quello dei bambini che muoiono in tenera età. Infatti, secondo un report redatto dagli esperti dell’Independent Accountability Panel (Iap) – Every Woman Every Child, scelti dalle Nazioni Unite, le madri, i neonati, i bambini e gli adolescenti di tutto il mondo stanno perdendo il 20% dei loro servizi sanitari e sociali a causa della pandemia. Gli scienziati hanno fornito una panoramica degli impatti del Coronavirus su questi gruppi sociali a partire dall’inizio di gennaio. Tra gli effetti negativi di questa contrazione dei servizi sanitari e sociali c’è il dato dei 400mila morti in più, rispetto all’anno precedente, tra i bambini sotto i cinque anni, nel mondo, a causa dell’interruzione di servizi essenziali.

Oltre a questa drammatica cifra, riporta SkyTg24, ci sono i “168.000 morti in più tra i neonati rispetto a quelli stimati prima della pandemia. Sono 24.400 i decessi materni rispetto a quanto previsto prima dell’arrivo del virus, per un totale di 295 mila. Inoltre, 13,5 milioni di bambini non sono stati vaccinati e tra i 42 e i 66 milioni di loro rischiano di cadere in estrema povertà. Il quadro generale illustra come il coronavirus abbia interrotto i progressi costanti e portato a un aumento della crisi e della disoccupazione. Oltre alle morti e le mancate vaccinazioni (sono più di 20 i paesi che segnalano carenze di vaccini), c’è da considerare l’effetto dell’interruzione delle forniture di contraccettivi, che secondo il report causeranno 15 milioni di gravidanze non desiderate nei paesi a basso e medio reddito, e l’aumento degli atti di violenza contro donne e ragazze: in alcuni paesi le chiamate di emergenza sono aumentate del 30%.”.

Tuttavia questi numeri non devono scoraggiare e abituare a un mondo senza figli, senza bambini. In una parola, senza futuro. Perché i bambini sono il futuro. Ecco perché Ai.Bi. – Amici dei Bambini ha lanciato la campagna “#Continuiamodaibambini. L’accoglienza non si ferma”, a sostegno delle vittime invisibili della pandemia di Coronavirus: i bambini appunto. Sono infatti milioni, nel mondo e in Italia, i bimbi e gli adolescenti che, in questa emergenza sanitaria, hanno subito un graduale impoverimento relazionale, educativo, sanitario e familiare, con traumi nel medio e lungo periodo. I più piccoli, a causa delle necessarie misure restrittive per il contenimento dei contagi, hanno dovuto interrompere le normali attività e affrontare un lungo periodo di isolamento e solitudine. Il Covid-19 li ha privati delle amicizie, dello sport, della scuola, dei locali di aggregazione. In una parola: della loro vita.

Anche tu puoi fare molto. Basta davvero poco.

Per informazioni: https://www.aibi.it/ita/continuiamo-dai-bambini/