Giornata Mondiale dell’Infanzia. Ma i bambini sono sempre gli ultimi…

Ci sono voluti 53 giorni, dall’inizio della pandemia, prima che il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, pronunciasse la parola fatidica: “bambini”

Ci sono voluti 53 giorni, dall’inizio della pandemia, prima che il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, pronunciasse la parola fatidica: “bambini”. I bambini, nel corso dell’emergenza sanitaria (e Ai.Bi. – Amici dei Bambini lo ha spesso sottolineato), sono spesso stati gli ultimi tra gli ultimi. Ultimi a tornare a una vita normale quando, alla fine della scorsa primavera, il caldo e i sacrifici hanno consentito un allentamento delle misure restrittive. Ma ultimi, molto spesso, anche nell’interesse della politica, che ha sostenuto di volta in volta gli interessi legittimi di varie categorie ma, quasi mai, dei bambini. “I bambini sono sempre gli ultimi” è anche il titolo dell’ultimo libro del fondatore del CPP – Centro Psicopedagogico per l’educazione, Daniele Novara, che ha spiegato, in un’intervista al magazine Vita come, in realtà, il Covid 19 sia semplicemente stato “il detonatore di una situazione che dura da almeno 20 anni e cioè che i bambini in Italia – perché questa è una situazione molto italiana, non va così nel resto del mondo – sono scomparsi dall’immaginario collettivo e da una presa in carico complessiva da parte della società”.

“Si tratta di una situazione totalmente inedita. Quello che denuncio non è la mancanza di accudimento nei confronti dei bambini – questo c’è, a volte anche troppo – ma la mancanza di un desiderio verso i bambini, di un desiderio di protezione positiva nei loro confronti da parte della società intera, un desiderio di futuro. Non basta dire ok ci sono i bambini, un po’ a scuola un po’ dai nonni ce la caviamo… non funziona così. La dimenticanza che denuncio è la perdita di rilevanza sociale dei bambini, di un senso di appartenenza collettiva: oggi i bambini sono trattati come un problema e ancora di più come un problema che riguarda solo i loro genitori. Genitori che peraltro si danno un gran da fare. Serve che citi i dati italiani sull’occupazione femminile, sui nidi, sulle mamme che abbandonano il lavoro? Abbiamo una classe politica e ammnistrativa che investe sulle rotonde e non mette soldi sull’infanzia: vuol dire palesemente non rendersi conto delle priorità per il futuro“, ha detto Novara.

Precisa il pedagogista: “Io non cerco i colpevoli. Dico che c’è una responsabilità molto diffusa in questa dimenticanza. Senz’altro le istituzioni sono assenti. Il recente lockdown ce l’ha messo sotto gli occhi con evidenza, con le istituzioni più alte che hanno deciso che il cittadino con il cane può fare una passeggiata e invece quello con il figlio doveva restare in casa. E quando al 31 marzo una circolare ha consentito di fare uscire i bambini per una passeggiata, c’è stata una polemica assolutamente ingiustificata contro i bambini. Tant’è che in quelle settimane in tv sono scomparse le pubblicità di prodotti per bambini a tutto vantaggio delle pubblicità di prodotti per cani: una conferma del fatto che l’immaginario collettivo ha spostato i propri interessi dalla vita dei bambini”.

Per leggere l’intervista completa: http://www.vita.it/it/interview/2020/10/13/i-bambini-sono-sempre-gli-ultimi/370/