Griffini (Ai.Bi.): “Sul fronte immigrazione non è scattata in Italia la catena della solidarietà istituzionale. I senza famiglia sono la quarta piaga dell’infanzia e dell’adolescenza in Africa”

griffini-convegnoNon sono servite le migliaia di morti nel Mediterraneo, l’impegno delle organizzazioni del Terzo Settore e forse neppure l’appello di papa Francesco a garantire un’accoglienza a misura di bambini ai tanti minori che sbarcano da soli sulle nostre coste. Le cause, molteplici. Le risposte, diverse tra istituzioni e mondo del non profit. Le azioni da intraprendere, impegnative e tese a risolvere il problema alla radice, intervenendo anche sulla piaga dei tanti minori senza famiglia che alimentano i flussi migratori di disperati dall’Africa all’Italia. Di tutto questo ha parlato Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini, in occasione dei 2 eventi organizzati da Ai.Bi. a Roma lunedì 3 ottobre, Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.

Tracciando il quadro del problema, Griffini è partito dalla tragedia del 3 ottobre 2013, quando, al largo di Lampedusa, a causa di un naufragio, morirono 368 migranti. Seguì l’appello del Papa che invitava le famiglie ad aprirsi all’accoglienza dei profughi e in particolare dei più deboli. “Ai.Bi. raccolse e rivolse a sua volta a tutta Italia quell’appello a favore dell’accoglienza famigliare – ha ricordato Griffini -. Con la campagna Bambini in Alto Mare, più di 2mila famiglie hanno offerto la propria disponibilità a ospitare un minore straniero non accompagnato in casa propria. Ma, a tutt’oggi, solo per 17 di loro è stato realizzato un affido.

Perché? “E’ evidente che in questa emergenza (sono in media 13mila all’anno i minori che sbarcano da soli sulle nostre coste, ma nei primi 9 mesi del 2016 si è già superata quota 15mila) è accaduto qualcosa di diverso rispetto alle altre emergenze, come quelle della Bosnia, del Kosovo, dell’Albania, dello Sri Lanka negli 90 e 2000”. Che cosa è successo? Non è scattata la catena della solidarietà istituzionale – ha spiegato il presidente di Ai.Bi. -: quella stupenda collaborazione tra governo, istituzioni e organizzazioni non profit che era sempre stato il fiore all’occhiello della società italiana di fronte a qualsiasi emergenza”.

I fatti parlano chiaro. Ancora non esiste una cabina di regia unica per la gestione dell’accoglienza dei migranti. E ancora non si affronta nello specifico il grosso problema dei minori stranieri non accompagnati. “All’indomani della tragedia di Lampedusa – ha ricordato ancora Griffini – la deputata del Partito Democratico Sandra Zampa presentò un disegno di legge allo scopo di favorire l’accoglienza dei giovani migranti soli in affido famigliare, oltre all’istituzione di una cabina di regia in grado di regolare in modo organico la protezione e l’ospitalità dei piccoli migranti. Nonostante la proposta avesse ottenuto un consenso politicamente trasversale, il suo iter è fermo ormai da 3 anni”.

Mentre la politica restava a guardare, però, le tante organizzazioni non governative e associazioni di volontariato, tra cui anche Amici dei Bambini, si sono”tirate su le maniche” e si sono  date da fare. Ai.Bi. ha realizzato strutture per un’accoglienza giusta dei migranti in Italia ed è intervenuta in Siria con azioni di supporto alimentare e sicurezza psico-sociale dei minori. “Ma tutto questo non è potuto avvenire all’interno della cornice di un ‘sistema Italia’”, ha sottolineato Griffini.

Che cosa fare dunque nel futuro? “L’occasione per recuperare potrebbe essere l’‘Africa Act’ – ha annunciato il presidente di Ai.Bi. -. Una nuova grande iniziativa in cui far confluire le varie istanze e le forze del non profit impegnate nel continente africano. Ai.Bi., dal canto suo, è impegnata per contrastare la quarta piaga che affligge l’infanzia in Africa: quella dei minori senza famiglia. Una piaga capace di alimentare a dismisura il sistema dell’emigrazione e l’instabilità politica e sociale, nonché possibili deviazioni terroristiche. I senza famiglia, in Africa, colpisce milioni e milioni di bambini e adolescenti”.