Haiti, un anno dopo più di quattro mila i bambini costretti a dormire per strada

E’ passato un anno da quel terribile 12 gennaio, quando la terra haitiana ha tremato tanto forte da distruggere praticamente tutto quello che le stava costruito sopra. Insieme alla distruzione, il terremoto si è portato via centinaia di migliaia di vite umane.
Oltre 220mila sono i morti accertati. Almeno il 35 percento delle vittime aveva meno di 18 anni.
La situazione a 365 giorni da quei terribili minuti non è affatto migliorata. La comunità internazionale non è stata in grado di far partire la macchina della ricostruzione e tutt’oggi circa un milione di persone, fra loro almeno 400mila bambini, vive nelle tendopoli alla mercé di tutto.
A subire le conseguenze di una situazione tragica che non vede una luce di speranza sono i più piccoli.
Secondo le ultime stime, sono almeno 14 mila i minori che sarebbero costretti a lavorare. Più di 4 mila, anche se potrebbero essere molti di più, dormono per le strade delle città, soprattutto nella capitale Port au Prince.
Bambini che non si è stati capaci di mettere in sicurezza nel momento del bisogno. Troppe le remore e le titubanze da parte di istituzioni ed organizzazioni che, superficialmente, con il pretesto di voler trovare i genitori naturali di questi bambini, hanno rinunciato ad intervenire per mettere in sicurezza questi bambini. L’affido internazionale aveva senso, e continua ad avere senso, anche nelle situazioni di calamità naturali, come questa, per consentire l’accoglienza temporanea dei bambini che hanno bisogno di cure sanitarie e di accoglienza!
Nel frattempo, la ricostruzione promessa fatica ad essere avviata, il colera miete decine di vittime e la politica non dà sufficienti garanzie.