In aiuto delle famiglie in cui mamma e papà lavorano

Presentato, nel corso di una conferenza stampa presso la sede di Confcommercio a Rovigo, il progetto Welfarenet. L’iniziativa, che vede tra i soggetti partecipanti, l’Ente bilaterale del Veneto, quello di Rovigo e Padova, ed alcuni comuni delle province padovana e rodigina, prevede la creazione di una rete di soggetti che forniscono servizi di welfare presenti sul territorio, mettendola, poi, a disposizione delle imprese. Dopo aver effettuato un’indagine che consentirà di conoscere sia le esigenze dei lavoratori in materia di servizi per la conciliazione vita-lavoro ed una mappatura dei servizi presenti, verranno attivati 60 progetti di welfare aziendale con altrettante aziende.

In un contesto in cui ci stiamo evolvendo da un sistema di welfare statale ad uno gestito in forma sussidiaria da pubblico e privato assieme – esordisce Marco Palazzo direttore Ente bilaterale Veneto – il progetto nasce per lavorare su una serie di servizi di conciliazione vita-lavoro”. Tali servizi vanno dall’ambito socio-sanitario, a quello di accudimento della famiglia come asili nido, sino agli ambiti culturali e dell’istruzione. “Quello che si vuole realizzare – continua Palazzo  – è una rete in cui coordinare insieme tutti quei soggetti che erogano questi servizi, quali gli enti bilaterali, i comuni, le cooperative e le società di volontariato”.

Durante la conferenza poi l’avvocato Rosita Zucaro, ricercatrice di Adapt, l’ente che si è occupato della ricerca, ha fornito alcuni dati parziali.

Nel report, in un campione di 741 lavoratori, è emerso che la conciliazione vita lavoro costituisce un aspetto importante per il 95% degli intervistati e che tra le azioni che l’azienda dovrebbe adottare per incrementare il benessere sul luogo di lavoro vi è la formazione del personale (12,4%) e la flessibilità dell’orario di lavoro (11,6%).

Nell’indagine, sono emerse forti criticità legate al tema, sopratutto a causa di una concezione arcaica, nella quale tali misure sono viste come gentili concessioni dei datori – spiega la Zucato – spesso non è chiaro che tali politiche portano vantaggi ad entrambi, sia ai lavoratori che alle ditte”.

Talvolta ciò che manca è proprio il dialogo – conclude la ricercatrice di Adapt – ed è proprio questo dialogo che stiamo cercando di favorire tramite il progetto Welfarnet, la cui logica è la rete”.

Fonte: RovigoOggi.it