Le vittime dimenticate del Covid-19. India: 200 milioni di bambini tra sei e 14 anni vivono in strada da mesi

Raddoppia l’abbandono scolastico, che già lo scorso anno riguardava 32 milioni di bambini. Oltre 10 milioni di bimbi tra cinque e 14 anni impiegati in lavori di basso livello

Ci sono luoghi, nel mondo, in cui quella della Giornata Mondiale dell’Infanzia è una ricorrenza che dovrebbe far riflettere. Parecchio. Tra questi posti c’è sicuramente l’India. La pandemia da Covid-19 che ha colpito il mondo, infatti, ha costretto alla strada, dallo scorso mese di marzo, quando hanno chiuso le scuole, oltre 200 milioni di bambini tra i sei e i 14 anni. La parte più benestante dei minori, una minoranza, ha potuto continuare a seguire le lezioni da casa, attraverso gli strumenti per la didattica a distanza. Gli altri, la “pattuglia” più corposa, è invece e purtroppo stata costretta ad arrangiarsi. Questo significa, sostanzialmente anche andare incontro a fenomeni come lo sfruttamento e il lavoro minorile.

India e Covid-19. Il lavoro minorile spesso una scelta obbligata

Spesso, in India, questa “scelta” è resa obbligata dalla necessità di aiutare la famiglia d’origine, ancora più in difficoltà a sostentarsi con lavori precari o alla giornata a causa delle chiusure messe in atto per contenere la diffusione del contagio (che, peraltro, si verifica maggiormente proprio in quelle aree caratterizzate da elevata concentrazione abitativa, cioè i quartieri più poveri e le baraccopoli delle grandi città). Questa situazione, purtroppo, ha portato a un vertiginoso incremento del tasso di abbandono della scuola dell’obbligo (dai sei ai 17 anni), raddoppiata secondo le proiezioni rispetto al dato dell’anno precedente (che ammontava già a 32 milioni di studenti).

“Per la legge indiana – spiega il magazine Mondoemissione.it l’età minima per entrare nel mondo del lavoro è 14 anni e da questa età fino ai 18 anni è proibito accedere ad attività che mettano a rischio la salute o siano in qualche modo degradanti. Tuttavia nessuno ignora la facilità con cui la legge viene aggirata e anche che quanto i datori di lavoro finiscono sotto inchiesta e sono magari anche rinviati a giudizio per sfruttamento, aggressione o traffico di minori, le condanne sono comunque poche”. A denunciare la situazione c’è anche il Bachpan Bachao Andolan (Movimento per la salvezza dei bambini), una realtà fondata nel 1980 dal Premio Nobel per la Pace Kailash Sathyarti. Il movimento ritiene che siano oltre 10 milioni, in India, i minori tra cinque e 14 anni impiegati al momento in attività lavorative di basso livello.

All’inizio della pandemia il Governo indiano aveva varato un piano di fornitura di generi prima necessità a 800 milioni di persone. Ma le risorse, purtroppo, sono insufficienti e il piano si è rivelato inefficace.