Kosovo: un paese che non conosce gli orfanotrofi. 800 minori accolti in affido

Si chiama ” Laura Scotti” la volontaria di Ai.Bi. rimasta vittima nel ’99 in un incidente aereo, durante una missione umanitaria in Kosovo ed è in sua memoria che ha preso il nome la prima casa famiglia, aperta nel piccolo paese balcanico.

Con papa Zef e mamma Bore vivono 4  bambini in questo momento tra cui Admir, disabile, accolto da ormai cinque anni dalla famiglia, che ha 14 anni e sta imparando sempre meglio a pronunciare parole e a comporre frasi. Ci sono poi 2 fratellini di 2 e 4 anni, Sophi e Lev che sono arrivati in casa famiglia con un allontanamento d’urgenza dalla madre biologica. Lev prima di arrivare dalla famiglia affidataria ha passato un mese in ospedale a causa dei maltrattamenti subiti, Sophi ha 2 anni e sta imparando ora a mangiare da sola e a pronunciare delle parole. L’ultimo arrivato è Erjon, di un mese, abbandonato alla nascita e in attesa di definizione dello status giuridico.

Ma il Kosovo, aiutato in questo dalle ONG internazionali, fra cui Ai.Bi., che opera in questo paese dal 1999, ha scelto di non aprire gli istituti ma di seguire la strada dell’ affido.

Infatti attraverso il Centro servizi alle famiglie, il supporto di Ai.Bi. va ai servizi sociali che si occupano di minori fuori famiglia e alle famiglie affidatarie stesse che si trovano spesso sole ad affrontare la scelta dell’affido. In tutto Ai.Bi. lavora con 650 minori in affido intra familiare e 102 bambini in affido etero familiare, un numero elevato se si pensa al milione e 700 mila abitanti del Kosovo.

Ogni bambino deve sempre stare in una famiglia, deve sempre avere la carezza della famiglia, il senso più profondo del mantenimento di una relazione familiare.

In tale prospettiva, grazie al progetto “non lasciamoli soli” è stata aperta la prima casa famiglia del Kosovo. La Casa Famiglia permette ai minori in difficoltà di vivere in una vera e propria casa, insieme ad una coppia di genitori che sono stati preparati per accogliere, nel migliore dei modi, i bambini in affidamento.

Il progetto “Casa Famiglia” ha come obiettivo quello di garantire ad ogni bambino, privo delle cure genitoriali, la possibilità di vivere comunque in un ambiente di tipo familiare e di sperimentare buone relazioni adulto-minore, che impediscano il perpetuarsi di modelli familiari distorti; questo per permettere uno sviluppo sereno del minore, mentre contemporaneamente, grazie all’aiuto dei servizi sociali, vengono attivati tutti i canali necessari a garantirgli il diritto a ritornare figlio (reinserimento nella famiglia d’origine recuperata) o a rinascere figlio (adozione nazionale o internazionale).

“Non lasciamoli soli” per sostenere il sistema di affido in Italia e in Kosovo tramite il supporto alle case famiglia. Invia un sms o telefona al 45505 fino al 23 Dicembre.