La Maladozione. Informativi del comune di Roma: l’adozione internazionale sradica i bambini dalla loro cultura

Olga scrive:
Ho partecipato ad uno dei due incontri informativi che nel Comune di Roma sono obbligatori per poter presentare la domanda di adozione. C’erano una psicologa e un’assistente sociale… è stato sconfortante, oltre che scoraggiante. La psicologa ha dichiarato di essere contro l’adozione internazionale perché gli occidentali vanno a sradicare i bambini dalla loro cultura e che noi, se lo faremo, ci renderemo complici di un commercio di bambini! E che il cambio del cognome porta alla schizofrenia… Il resto ve lo risparmio!

Cara Olga,

adozione internazionale vuol dire accogliere un bambino senza famiglia, rimasto solo per le più disparate e critiche ragioni. Solo e relegato in un istituto dove nessuno lo riconoscerà mai come figlio, né lo amerà con l’esclusività di cui ha bisogno.

Come si può allora essere contrari all’adozione internazionale, che sazia in modo ultimo e perfetto il suo bisogno di una famiglia vera?

Chi sceglie, fra mille difficoltà, di compiere questo iter, non è certo colpevole di sradicare un bambino dalla “sua terra”. Al contrario: questi è consapevole di fare al bambino l’unico dono di cui ha veramente bisogno per rinascere, cioè il dono della famiglia. Anche se si trovasse dall’altra parte del mondo, potrà amare quel bambino totalmente e incondizionatamente, e quel luogo in cui si trova sarà la nuova “terra” nella quale il piccolo metterà radici.

Il nome di battesimo fa parte di queste lunghe radici del bambino, quelle legate al suo Paese d’origine e alla sua storia pregressa: ecco perché è sempre bene mantenerlo e non cambiarlo. Il bambino si riconosce nel suo nome, è una parte inscindibile della sua identità profonda; il cambio del nome potrebbe in effetti destabilizzare il piccolo, che potrebbe anche pensare di essere accettato non per quello che è, ma per quel che i genitori adottivi si aspettano da lui.

A parte questa precisazione, però, non lasciatevi impressionare: la vostra adozione internazionale non farà del male a nessuno, anzi, sarete la nuova vita del vostro futuro figlio adottivo. Anche di più: il vostro cuore diverrà la sua seconda “terra d’origine”, quella definitiva, nella quale rinascerà figlio e in cui si riconoscerà per tutta la vita.

Lisa Rigobello, Psicologa e Psicoterapeuta di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini