Migranti, quasi 3mila arrivi in 48 ore. Quale accoglienza per le due bambine sbarcate a Lampedusa?

sbarcoCome un film già visto che si ripete ogni giorno, gli sbarchi di migranti sulle coste italiane proseguono senza sosta e fanno registrare cifre sempre più ingestibili. In sole 48 ore, tra sabato 27 e domenica 28 giugno, sono state circa i 2.900 le persone salvate in ben 21 diverse operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale operativa della Guardia Costiera. Nella sola Lampedusa i migranti portati in salvo sono stati 194, in due differenti sbarchi, rispettivamente di 87 e 107 persone. Tra loro, stando a quanto comunica la referente di Amici dei Bambini a Lampedusa Veronica Policardi, anche molte donne e due bambine: una di circa 6 o 7 anni e un’altra piccolissima che non dovrebbe avere più di 6 mesi.

A riva sono giunti tutti in buone condizioni di salute, ma inevitabilmente sfiniti, bagnati e infreddoliti, dopo un viaggio durato giorni a bordo dei soliti barconi precari che solcano il Mediterraneo. A occuparsi del trasbordo da questi natanti alle imbarcazioni che li hanno condotti a riva sono stati i mezzi della missione dell’Unione Europea Triton che ha utilizzato navi italiane, britanniche, spagnole e irlandesi.

I migranti approdati sulle coste italiane sono stati tutti trasferiti in strutture di accoglienza, tra cui il centro di Lampedusa che si è ritrovato nuovamente pieno fino al collasso. Si presenta ancora una volta, quindi, il problema di garantire un’accoglienza dignitosa a migliaia di persone che fuggono dalla miseria, dalla guerra e da condizioni di invivibilità e che, muovendo alla ricerca di una nuova vita, affrontano un viaggio massacrante, trattate come vera e propria merce dai trafficanti di esseri umani. Come troppo spesso accade, invece, ai migranti è riservata una sistemazione d’emergenza, promiscua e senza il rispetto delle necessità dei soggetti più deboli, come donne e bambini, sempre presenti sui barconi di migranti. Facile immaginare che le due piccole arrivate a Lampedusa nelle ultime ore si trovino ora “ammassate” nel centro di accoglienza dell’isola, strapieno e impossibilitato a offrire loro un’ospitalità a misura di bambino. Quell’accoglienza che può garantire solo una struttura in grado di conservare e proteggere il legame mamma-bambino.

Oltre al drammatico problema dei minori stranieri non accompagnati, infatti, non si possono dimenticare i piccoli migranti che arrivano con un adulto di riferimento, ma quasi sempre si trovano poi a dover fare i conti con un sistema di accoglienza incapace di ospitarli degnamente. Per i primi, Amici dei Bambini, con il progetto Bambini in Alto Mare, sostiene l’affido familiare come unica possibile forma di accoglienza giusta. Già 1.700 famiglie hanno dato la propria disponibilità in questo senso e attendono che le politiche di accoglienza dello Stato virino finalmente in direzione della famiglia. Per i nuclei mamma-bambino, Ai.Bi. mette a disposizione le sue strutture di accoglienza, lontane anni luce dall’affollamento e dalla promiscuità dei centri perennemente al collasso. A questo scopo, Ai.Bi. ha già proposto alla Prefettura di Agrigento un protocollo di intesa, già firmato dal Comune di Lampedusa, per 12 famiglie da ospitare in pronta accoglienza. Ma anche questa iniziative fino a oggi è rimasta inascoltata. Quando un cambiamento di rotta nel reale interesse dei minori?