“Nomine CAI: e allora, il Forum Famiglie che c’entra?”

Aristide scrive:

Il Coordinamento CARE ha diffuso in maniera ampia con un comunicato stampa la sua nascita ufficiale, avvenuta il 15 ottobre 2011 (benché fosse attivo dal 2009). Forse la notizia non è arrivata a tutti.
Rappresenta molte famiglie che hanno adottato all’estero con i più svariati enti e nei più svariati paesi. Queste famiglie conoscono bene le problematiche prima, durante e dopo l’adozione, ciò che ha funzionato e ciò che non funziona. Sono nate da gruppi di genitori che si sono incontrati spontaneamente per condividere il proprio percorso adottivo, dal pre al post, per poi costituirsi ufficialmente in associazioni e fare gli interessi delle famiglie tutte (con figli adottati all’estero e con figli adottati in Italia). Ciò è avvenuto perché ci sono delle carenze, tutt’ora non colmate, nel nostro sistema delle adozioni e dell’affido.
Sono proprio le famiglie, attraverso il CARE, organismo indipendente e slegato da istituzioni e da enti, che potranno portare il proprio contributo esperienziale ed imparziale per fare proposte concrete al fine di realizzare un miglioramento nelle normative attualmente in vigore.
Se la CAI è un organo che deve vigilare sull’operato degli EA, come potrebbe svolgere tale ruolo se al suo interno ci sono gli EA stessi? Un EA non può vigilare su un altro EA, non potrebbe esserci l’imparzialità, a mio modesto parere.
Io penso che le famiglie hanno il diritto di esigere delle garanzie a loro tutela e solo un’istituzione pubblica potrà e dovrà fornirgliele in maniera indipendente con l’ausilio di organismi indipendenti come il CARE.
Pertanto, se CARE è stata nominata a rappresentare le famiglie in CAI, un motivo valido ci sarà, credo.
Mi chiedo perché non si critica la presenza del Forum delle Famiglie, che, per dovere di precisione, non mi risulta sia un organismo che si occupa specificatamente di adozione? Qual è la sua esperienza nel settore delle adozioni internazionali? Quali associazioni di famiglie adottive rappresenta? Io come famiglia adottiva non mi sento rappresentato da loro, per esempio e mi domando come mai sia
stato nominato come membro della CAI?

Caro Aristide,

il suo commento permette di approfondire il dibattito su una questione di primissimo piano. In tutta questa vicenda riguardante le associazioni familiari c’è un grande equivoco, consistente nel fatto che la maggior parte degli enti autorizzati, almeno quelli più grandi e storici, sono associazioni familiari. Quindi, che cosa dobbiamo ridurci a fare? Associazioni familiari di genitori adottivi da una parte e associazioni familiari di genitori adottivi dall’altra?

Il vero problema del sistema italiano risiede nel fatto che, a causa degli errori di alcuni presidenti della CAI, si è creato un sistema incontrollabile di enti, una vera e propria giungla. È questo il punto. E solo dei veri “esperti” – come quelli che da anni stanno lavorando nelle adozioni internazionali e che si trovano in alcuni enti autorizzati, ben noti – riusciranno a cambiare questo sistema.

Non cadiamo però in un’incomprensione. Il Forum Famiglie, che lei nomina, rappresenta non qualche piccola associazione, ma ben 3 milioni di famiglie italiane. La sua osservazione, caro Aristide, ribadisce, qualora ce ne fosse stato bisogno, l’assurdità delle recenti nomine di Riccardi: incaricare della rappresentanza delle famiglie gli ultimi arrivati, che nemmeno hanno l’umiltà di riconoscere ciò che è stato fatto in questi anni e chi sono i veri interlocutori istituzionali.

L’adozione internazionale è una cosa seria e va affrontata non da associazioni di fresca data – realtà nelle quali spesso rischiano di trovarsi improvvisazione e dilettanti allo sbaraglio – che vivono solo di esperienze personali, bensì da seri e competenti esperti.

Ad ogni buon conto, visto che Care è dentro la partita, attendiamo fiduciosi di conoscere le sue proposte. Anzi, mi sentirei di lanciare subito una sfida: vediamo quali proposte Care avanza per far diminuire i costi delle adozioni interazionali e per impostare un controllo sull’operato degli enti autorizzati, soprattutto all’estero.

Ai.Bi. le sue proposte le ha fatte, presentandole nel Manifesto “Oltre la Crisi”, e, per il momento, tali proposte restano le sole. Purtroppo!

Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini