Per alcuni enti l’adozione è solo un affare

Loriano scrive:

Chi scrive dopo quasi quattro anni di “tribolazioni” e due tentativi di abbinamento da parte dell’ente con bambini assolutamente non rispondenti alle caratteristiche del nucleo familiare, si è visto “scaricare” dall’ente incapace di adempiere a quanto conferitogli con il mandato. Sarebbe allora forse più opportuno pensare che la crisi delle adozioni di cui si parla sia spesso originata da chi ormai vede nell’adozione internazionale solo un “affare” ed ha perso di vista i criteri ispiratori di chi desidera adottare un figlio solo per amore. Resto in attesa di una risposta da quelle associazioni che credono ancora nei valori dell’amore disinteressato.

Leggo molta amarezza in ciò che scrive e forse ha ragione. Non tutti gli Enti lavorano nello stesso modo e soprattutto non tutti operano forse con lo stesso obiettivo: dare una famiglia ad un bambino abbandonato. Sottolineo “dare una famiglia” non cercare un bambino per quella famiglia. Credo che nel rapporto tra Ente e coppie ci debbano essere la maggiore chiarezza e trasparenza possibili: l’Ente deve essere molto chiaro nell’esplicitare quali siano le effettive possibilità di adozione a fronte delle caratteristiche della coppia e dei requisiti richiesti dal paese straniero. Il fatto poi di ritenere che l’adozione internazionale sia un affare, credo proprio di non essere d’accordo, almeno per quanto ci riguarda. Conosco l’impegno, la fatica e la determinazione di chi in Ai.Bi. lavora per l’adozione internazionale perché fermamente convinto che ogni bambino abbandonato ha diritto ad avere una famiglia.

Irene Bertuzzi, area Formazione e Accompagnamento di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini