Pornografia del dolore e raccolta fondi. Un dibattito aperto

Prosegue la discussione sulla questione dell’utilizzo della “pornografia del dolore” nelle campagne di raccolta fondi. Gli incontri del Gruppo di Lavoro formatosi in seno al Garante per l’Infanzia e per l’Adolescenza non hanno portato a un documento definitivo. È tempo di riprendere il discorso, per il rispetto della dignità dei bambini

Il tema della pornografia del dolore è una questione sulla quale Ai.Bi. Amici dei Bambini si batte da decenni e, fortunatamente, è riuscita a generare sensibilità e cultura. Un esempio è il richiamo alla questione fatto dalla presidente di AOI Silvia Stilli durante il Faris Talk “Disuguaglianze, povertà, conflitti: Quale cooperazione per la giustizia sociale?” (si può riascoltare sul sito di Faris) e ben spiegato anche dal responsabile per la comunicazione di AOI Nino Santomartino in un articolo pubblicato su Repubblica.

Il rispetto della dignità dei minori

Le stesse linee guida per l’infanzia e l’adolescenza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale richiamano, al capitolo 4.9 AZIONE 2, l’importanza di adottare opportune strategie comunicative per i minori, in particolare per i più vulnerabili (ad es. disabili e minori in contesti di crisi o disastri) al fine di non spettacolarizzarne la sofferenza, valorizzandone altresì il protagonismo attivo.
Anche l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza negli anni passati aveva invitato le ong ad affrontare il tema, istituendo un gruppo di lavoro proprio sull’utilizzo delle immagini nelle raccolte fondi. Purtroppo, i lavori non sono mai stati portati alla conclusione, ma l’auspicio è che si riesca a farlo da qui in avanti, superando la polarizzazione delle varie posizioni e arrivando a un codice di comportamento che sia rispettoso della dignità delle bambine, dei bambini e della persona in generale. Un codice che sia anche ispirante per comportamenti responsabili e attivi dei cittadini che, dando il loro contributo, cooperano alla realizzazione di un mondo pacifico.

Il documento di Ai.Bi. Amici dei Bambini

In tal senso, Ai.Bi. Amici dei Bambini ha presentato al Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza un documento nel quale viene sottolineato come la propria comunicazione finalizzata alla raccolta fondi operi in linea con un preciso codice etico. Un codice improntato a principi generali il cui fine ultimo è quello di garantire il supremo interesse del minore oltre ogni altra considerazione.
Per farlo, la comunicazione si concentra sui bambini e sui loro bisogni, dando loro una voce e dando forza ai loro diritti, presentandoli come agenti e protagonisti di cambiamento; rispettando sempre la dignità di bambine e bambini e dei contesti di appartenenza; proteggendo i minori, le famiglie, gli operatori e le comunità coinvolte.

Qui potete leggere il documento che Ai.Bi. aveva presentato alla Garante.