Psicologia dell’Adozione. Possiamo non indicare nessun Paese tra le preferenze e lasciarci guidare e consigliare dall’ente?

L’ente cerca di conoscere il più possibile la coppia, comprendere le sue caratteristiche, i suoi limiti e le sue risorse e capacità di accoglienza, e in base a questa conoscenza potrà accompagnare al meglio la coppia verso l’incontro con il proprio figlio

 Quando la coppia decide da quale ente autorizzato venire accompagnata nel percorso dell’Adozione Internazionale, in genere sceglie un ente che sente vicino, di cui si fida e a cui ritiene di poter affidare i propri sogni e aspettative di adozione.  L’ente cerca di conoscere il più possibile la coppia, comprendere le sue caratteristiche, i suoi limiti e le sue risorse e capacità di accoglienza, e in base a questa conoscenza potrà accompagnare al meglio la coppia verso l’incontro con il proprio figlio. Tra le valutazioni importanti da condividere, sicuramente è quale sia il Paese dove destinare la coppia. L’ente infatti valuta e monitora lo scenario politico, sociale e amministrativo del Paese perché questo può avere forti implicazioni sull’esito della procedura di adozione.

Gli enti che operano in un unico Paese

Ci sono enti che operano in un solo Paese, per cui la coppia che vi si appoggia, sa già che quello sarà il luogo dove adotterà, ma è anche consapevole che se il Paese per qualche motivo modifichi la sua situazione, questo potrebbe avere una ricaduta negativa sulla procedura di adozione, portando rallentamenti se non chiusura, e la coppia potrebbe trovarsi senza alternativa se non quella di cambiare ente a cui appoggiarsi.

Gli enti che operano in più Paesi

Gli enti che operano in più Paesi hanno l’opportunità di conoscere scenari diversi, capire quale sia più adeguato in quel momento per quella coppia che si presenta con le sue caratteristiche e risorse, e soprattutto se accade qualcosa che blocca la procedura, può velocemente indirizzare la coppia in un altro Paese in quel momento più operativo. Ogni territorio ha dunque le sue caratteristiche ma spesso anche pone dei requisiti specifici che la coppia deve soddisfare. Sono requisiti che toccano vari ambiti, possono riguardare aspetti più economici, oppure legati alla salute o altre caratteristiche della coppia. Le caratteristiche culturali, le leggi relative all’adozione cambiano da Paese a Paese. Anche le caratteristiche dei bambini adottabili possono variare, ad esempio in alcuni sono più frequenti le fratrie rispetto ad altri. Inoltre, la durata del viaggio è molto differente da Stato a Stato.

Dunque, sono tanti gli aspetti che devono essere valutati e considerati per proporre un’adeguata destinazione per la coppia:

il percorso e la destinazione di ogni coppia deriva da un confronto di tutta una complessità. Un aspetto che non viene trascurato è sicuramente il pensiero della coppia, e la sua idea di Paese di destinazione: più però la coppia si ferma su un Paese e lo dà come vincolante, più è difficile per l’ente garantire una buona procedura. Se la coppia è aperta riguardo al luogo di destinazione, o comunque ha in mente una macroarea dove possono esserci più Paesi, renderà più agevole e più adeguata la scelta della destinazione.

D’altra parte, se la coppia vuole scegliere in modo autonomo il territorio dove adottare, si troverà ad affrontare a volte una ricerca difficoltosa e complessa, proprio perché non è detto che raccolga tutte le variabili che entrano in gioco nella scelta della destinazione di adozione: questa decisione non sempre agevole, può creare preoccupazione, appesantire il percorso adottivo o scoraggiare la coppia stessa.

 In conclusione, mi sento di dire che, quando la coppia non indica una sua preferenza, questo può darle maggiore serenità e alleviarla da un compito non sempre facile. Inoltre, agevola il lavoro dell’ente, in quanto ogni Paese dà le sue indicazioni e può porre vari paletti sulle caratteristiche delle coppie, e dunque se non ci sono preferenze da parte della coppia, la si può indirizzare sul territorio dove effettivamente non incontrerà ostacoli e si presume che quindi vivrà un percorso adottivo più lineare e veloce.

Anna Maria Elisa Rossi – psicologa – psicoterapeuta sede Ai.Bi. Mestre

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