Roma. L’Europa che vogliamo: accogliente e rispettosa dei diritti umani

concordForum del  Terzo Settore e Concord Italia hanno presentato a Roma l’appello “Verso un Europa solidale: equità, inclusione, sviluppo sociale, cooperazione, pari opportunità“. Più che di un documento, si tratta di una vera e propria piattaforma di lavoro rivolta  ai candidati parlamentari  alle elezioni europee del 25 maggio 2014.

Quattro punti scandiscono un programma ambizioso per un’Europa protagonista a livello mondiale nelle sfide  sociali, politiche ed economiche del nostro tempo: 1 – Rafforzare la dimensione sociale dell’Unione economica e monetaria, valorizzando la economia sociale e tutti i soggetti di terzo settore; 2 – Combattere la povertà e la diseguaglianza, dare pari opportunità di occupazione a tutti i cittadini e le cittadine europee: giovani, donne, persone con disabilità; 3 – Sostenere l’impegno dell’Europa per lo sviluppo e la lotta alla povertà nel mondo, mantenere gli impegni economici dell’0,7% del PIL, ascoltare le voci della società civile per il dialogo post 2015; 4 – Riformare le politiche europee sull’immigrazione e impegnarsi per una nuova cultura dell’accoglienza per i migranti, del rispetto dei diritti umani e del co-sviluppo, abbandonando l’ottica dell’Europa “securitaria”; 5 – Promuovere la riforma del sistema finanziario.

Particolarmente caro all’Associazione Amici dei Bambini, che sottoscrive il manifesto, il quarto punto, quello riguardante le politiche europee sull’immigrazione e la promozione della cultura dell’accoglienza verso i migranti. Ai.Bi. ha a cuore in primo luogo il tema dell’accoglienza dei migranti, specialmente i minori stranieri non accompagnati (MISNA) e le mamme sole con bambini, che attraversano il Mediterraneo per approdare sulle nostre coste nella speranza di una vita migliore, lontano da guerra e disperazione. L’accoglienza familiare in questo senso costituisce il cuore di quell’accoglienza giusta, unica possibilità per guardare al prossimo come persona da incontrare e non come estraneo da temere.

Il Mediterraneo non può essere considerato la frontiera della minaccia, del rischio per la sicurezza e della instabilità: può inve­ce trasformarsi nell’area delle opportunità se l’Eu­ropa sarà capace di cambiare rotta e di rilanciare in modo lungimirante una nuova politica di integrazio­ne e cooperazione coerente con i valori di cui essa è portatrice, fondamentale per i suoi stessi interessi.

Occorre scoprire la vocazione dell’Europa, chiamata a incrociare il suo destino  con quello africano. Se l’Europa deve assumersi la responsabilità della questione migratoria, allora la migrazione deve divenire una diretta competenza europea. Serve quindi più Europa, non meno Europa. Un’assunzione di responsabilità che necessariamente vedrà  il governo italiano nel ruolo di protagonista, anche in vista della presidenza nel corso del semestre europeo da parte dell’Italia.