Roma, Vanna Iori (Pd): “Contro la sofferenza dei bambini servono trasparenza e legalità”

vanna iori

Legalità e trasparenza devono essere i pilastri dell’azione di un governo. Così l’onorevole Vanna Iori del Partito Democratico, componente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, nel suo intervento inviato mercoledì 20 gennaio in occasione dell’incontro dedicato al tema della trasparenza che si è svolto nella sede romana di Amici dei Bambini nell’ambito della rassegna culturale Pane e Olio, organizzata da Ai.Bi. Roma, La Pietra Scartata e Vicariato di Roma. Ripensando ai tanti bambini vittime della criminalità, dei conflitti, dei traffici, delle migrazioni, Vanna Iori incoraggia l’operato “di tutti quegli uomini e donne di buona volontà che quotidianamente si adoperano, nei pubblici uffici, nelle aziende, nelle associazioni, per esercitare il bene comune, nell’interesse dell’economia del creato, dell’umanità e di tutte le specie della terra”. All’incontro – al termine del quale si è deciso di fissare un nuovo appuntamento per definire azioni congiunte da compiere per valorizzare la cultura della trasparenza sui temi dell’infanzia –  hanno partecipato: Maria Capozza, rappresentante della sezione laziale di Transparency International; Emma Ciccarelli, vicepresidente del Forum delle Associazioni Familiari; Monya Ferritti, presidente del Care (Coordinamento delle famiglie adottive e affidatarie in rete); Gianni Palumbo, rappresentante del Comitato nazionale Forum del Terzo Settore; Silvia Stilli, portavoce di Aoi (Associazione delle organizzazioni non governative italiane).

Di seguito le parole della deputata Pd.

 

Il tema scelto per questa serata è di grande rilevanza, in quanto ritengo che la legalità e la trasparenza debbano essere i pilastri dell’azione di Governo, in cui ognuno è chiamato a fare la sua parte.

Al legislatore spetta tracciare una nuova via italiana improntata alla semplicità e all’accessibilità, tanto nella fruizione dei diritti quanto nell’esercizio dei doveri.

Il cittadino si sente protetto solo se la percezione della legalità e, quindi, del rispetto reciproco, è alta. Ma il cittadino stesso ha il preciso obbligo, a sua volta, di concorrere alla creazione di un ambiente favorevole, dove consapevolezza, visione e azione siano improntate alla realizzazione del bene comune.  Azioni e comportamenti trasparenti rispondono a principi di applicazione della rettitudine, esercitata accordando l’utile al giusto, per la società e per ogni individuo, a partire dalle fasce più deboli dei bambini e degli anziani.

Si impara fin da piccoli ad essere persone oneste e corrette ed è per questo che vanno promossi incontri nelle scuole per formare i bambini e le loro famiglie, affinché ognuno possa sperimentare e imparare a comunicare, sia tra pari che in ottica multidisciplinare e intergenerazionale, in maniera trasparente e leale, dialettica ma non conflittuale.

Altrettanto vanno incoraggiati tutti quei momenti di confronto che permettono di conoscere realtà diverse che si trovano su idee comuni.

L’impegno del Governo per contrastare il fenomeno della corruzione va sostenuto con convinzione: tra gli effetti positivi che possono derivarne figura anche una maggiore partecipazione del senso di legalità trai cittadini, un aumento della meritocrazia, una speranza per le nostre generazioni.

Molto spesso i minori sono facilmente preda della microcriminalità e, più in generale, incorrono in forme di devianza che rischiano di avere effetti negativi di lungo periodo sul loro sviluppo.

Voglio ricordare il piccolo Cocò Campolongo, il bambino di soli tre anni ucciso e bruciato in auto a Cassano allo Jonio, insieme al nonno e alla sua compagna.

Da questa triste vicenda emerge prepotentemente un aspetto, cioè il rischio dei minori di diventare scudo, fisico e non solo, della ‘ndrangheta e di tutte le altre forme di criminalità organizzata: è inaccettabile una tale strumentalizzazione che cancella lo sviluppo sano e responsabile dei bambini e degli adolescenti.

In ogni luogo dove deflagra il conflitto questo è sempre sinonimo di incapacità di comunicazione, di opacità, di mancanza di ascolto. Pensiamo al buio e alla sordità che generano e sono generati da bullismo, pedopornografia, abbandono.

Pensiamo a tutti quegli abusi che spesso vengono esercitati non solo da persone fisiche su altre persone, ma da funzionari di pubblici uffici che dell’opacità fanno un modus operandi, consapevolmente o meno.

Pensiamo, di contro, a chi in nome dell’esercizio zelante delle procedure perde di vista il buon senso del padre di famiglia.

Purtroppo il piccolo Cocò ha pagato con la propria vita un prezzo troppo alto: nato dietro le sbarre, i genitori in carcere, i parenti incapaci di tenerlo estraneo a situazioni illegali e pericolose.

E come lui tanti sono i bambini sono vittime di illegalità: pensiamo ai traffici che spesso vengono perpetrati  nell’ambito delle migrazioni, ai rischi di traffico nel campo delle adozioni, pensiamo alle opacità di certe raccolte fondi che si ammantano di motivazioni benefiche mentre gli scopi sono altri…

Ma pensiamo anche a tutti quegli uomini e donne di buona volontà che quotidianamente si adoperano, nei pubblici uffici, nelle aziende, nelle associazioni, per esercitare il bene comune, nell’interesse dell’economia del creato, dell’umanità e di tutte le specie della terra.
È innegabile che si pone in maniera urgente la necessità di rafforzare l’educazione alla legalità come vera emergenza del paese e del pianeta, per fronteggiare modelli culturali pericolosi e criminali.

Al di là della politica, del governo, del civismo, credo che uno degli ingredienti più forti per rafforzare la legalità sia la fiducia: esercitare la fiducia verso se stessi e verso il prossimo è un lavoro duro, che richiede coerenza, delicatezza e attenzione.

Consegnandovi questa piccola riflessione confido che tutti noi cammineremo insieme, nello stile di “pane e olio” che quest’anno è appunto dedicato ai cammini, ai pellegrini e ai migranti. La dimensione esistenziale di homo viator ci consegna all’erranza che insegna la transitorietà del cammino come senso per la meta.

Buon lavoro e buon cammino a tutti noi, con fiducia.