Russia: le autorità texane non vogliono restituire il fratello di Maksim

Russiausa100Prosegue la battaglia tra Stati Uniti e Russia dopo l’incredibile vicenda di Maksim, bambino russo di 3 anni, morto misteriosamente a casa della sua famiglia adottiva americana nel Texas, davanti agli occhi del suo fratellino Kirill, alla fine di gennaio 2013 (Link news).

La guerra fredda tra i due paesi li vede contrapporsi sulle cause del decesso del piccolo: secondo l’autopsia americana Maksim sarebbe morto per cause accidentali e non ucciso dalla madre adottiva, come sostengono le autorità russe.

La notizia era rimasta nascosta fino a fine febbraio, quando le autorità del Cremlino avevano deciso di divulgarla pubblicamente attraverso i mass media russi. 

Mosca aveva così trovato una giustificazione al recente provvedimento della Duma di vietare le adozioni dei bambini russi da parte dei cittadini americani. Una legge voluta come ritorsione simmetrica ad altre sanzioni americane nei confronti della Russia per casi di violazione dei diritti umani (“la legge di Dima Yakovlev”).

Dopo la pubblicazione della notizia, la madre biologica dei due bimbi, giovanissima e con problemi di alcolismo, era stata intervistata dalle tv nazionali e aveva dichiarato di essersi disintossicata e di rivolere quindi il piccolo Kirill.

L’associazione “Madri della Russia” aveva addirittura organizzato una marcia, sabato 2 marzo, per gridare a gran voce lo stop alle adozioni internazionali dei figli della Russia e all’immediato ritorno in patria del piccolo Kirill, un anno più piccolo di Maksim. Aveva avuto un’adesione di almeno 20 mila persone, secondo gli organizzatori, 12 mila secondo la polizia. (news)

Anche a livello istituzionale, il Cremlino si è mosso in tale direzione. Dmitri Peskov, portavoce del governo, ha dichiarato in una conferenza stampa che procederà con la richiesta di rimpatrio di Kirill, anche se ha ammesso di trovarsi davanti a un caso molto difficile perché l’adozione dei bambini sarebbe avvenuta in modo legale nel rispetto di tutte le leggi.

Per ora il piccolo Kirill, di soli 2 anni, dopo essere stato precauzionalmente separato dalla madre adottiva, Laura Shatto, era stato poi reinserito nella sua famiglia adottiva, in attesa di prossimi sviluppi.

Scott Laiha, portavoce delle autorità dello Stato del Texas, ha fatto sapere di non intendere restituire alla Russia il piccolo Kirill. Il Pubblico Ministero locale ha affermato che una delle possibilità per far rimpatriata il minore sarebbe una nuova adozione, possibile anche dalla madre biologica, ma solo nel caso in cui il bambino fosse dichiarato adottabile dalle autorità competenti.

Per ora, ha sottolineato, i genitori biologici e l’agenzia attraverso la quale è stata fatto l’adozione, non hanno alcun diritto sul bambino.

Motivo per il quale, il Tribunale regionale di Pskov (città da cui viene Kirill) ha lasciato in sospeso l’istanza di annullamento dell’adozione del piccolo, presentata dalla Direzione di Tutela Sociale della Popolazione e dal Pubblico Ministero della regione di Pskov, chiedendo entro il 25 marzo 2013, le prove che dimostrino l’opportunità di tale abrogazione.

Per rincarare la dose, la speaker del Consiglio della Federazione Russa (Camera alta del Parlamento russo)Valentina Matvienko, ha dichiarato di non vedere nessun motivo per vietare del tutto le adozioni internazionali, e non solo verso gli Stati Uniti. Secondo lei, occorre invece avviare un processo naturale di adozioni nazionali, affinché non ci sia più bisogno di quelle internazionali.