Russia: l’Italia “bigia” un importante seminario sulle Adozioni Internazionali

russia200Francia e Spagna: presenti. E l’Italia? Non pervenuta. Al seminario sulle Adozioni  internazionali tenutosi a Mosca il 15 novembre, spiccava proprio l’assenza della CAI, l’autorità italiana competente in materia. Un’assenza ancora più grave, se si considera che l’Italia è firmataria di uno specifico accordo bilaterale con la Russia, risalente al 2008, che peraltro è in scadenza e andrebbe rinnovato. Non solo: la Federazione Russa rappresenta da diversi anni, per il nostro paese, il primo bacino di riferimento per quanto riguarda le adozioni internazionali, con 749 bambini adottati solo nel 2012. Insomma, la Commissione per le Adozioni Internazionali ha perso un’ottima occasione per rafforzare le relazioni con un paese partner di prim’ordine.

Diverse – d’altra parte – le istituzioni russe presenti al seminario, insieme ad alcuni tecnici e autorità locali. Fra queste, Evgenij Siljanov e Vladimir Kabanov, rispettivamente Direttore e Vicedirettore del Dipartimento delle Politiche statali nel campo della Tutela dei Diritti dell’Infanzia presso il Ministero dell’Educazione e della Scienza; Olga Batalina, Primo Vice Presidente del Comitato per la Famiglia, Donne e Minori presso la Duma di Stato (Parlamento); Elena Filatova, Vice Ministro dell’Educazione nella Regione di Mosca.

Presenti invece, per la Francia, l’Ambasciatore per le Adozioni Internazionali presso il Ministero degli Affari Esteri ed Europei, Thierry Fresse, mentre per la Spagna ha partecipato il Capo dei Servizi per l’Adozione e la Tutela dell’Infanzia presso il Ministero della Sanità, Maria Merinero.

In rappresentanza del Belpaese, oltre ad Ai.Bi, Amici dei Bambini, hanno preso parte al seminario enti come Ariete, Fiori Semplici, SOS bambino, Bambini dell’Arcobaleno, CIFA e NADIA. E’ invece intervenuta come relatrice la sola Anna Maria Colella, Presidente dell’ARAI – Regione Piemonte, fresca di candidatura lanciata da Ai.Bi. per ricoprire la sede vacante di Vice Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali. Proprio quella CAI che ha brillato per la propria assenza al seminario, confermando lo stato di sbando totale che Ai.Bi. ha già denunciato.

Al netto della questione CAI, due sono comunque gli aspetti più rilevanti emersi dal seminario, e che è utile riportare.

I rappresentanti governativi hanno tenuto innanzitutto a ribadire la politica russa attuale, che è quella di ridurre in misura progressiva le adozioni internazionali, per privilegiare le adozioni nazionali e l’affido familiare, così da svuotare gli istituti e chiuderli nel più breve tempo possibile. Si stima in particolare che, entro il  2017, il 90% dei minori russi saranno collocati presso famiglie affidatarie o adottive nazionali.

Sondaggi recenti intanto rilevano come l’adozione internazionale di bambini russi sia osteggiata da una minoranza della popolazione (circa il 24%), per lo più anziana e non cittadina. I restanti sono invece favorevoli, specialmente nei casi particolari di bambini con bisogni speciali, di fratrie e di bambini superiori ai sei anni di età. Sarà sempre più difficile, invece, l’adozione internazionale di bambini piccoli, dal momento che le coppie russe verranno privilegiate nella loro assegnazione.

Altra notizia di rilievo, infine, riguarda la retroattività delle procedure post-adozione da parte di famiglie ed Enti Autorizzati, che recentemente è stata innalzata fino alla maggior età (18 anni), e che – secondo Vladimir Kabanov – si applicheranno solamente alle Regioni che ne faranno esplicita richiesta. Questo in un’ottica complessiva di rafforzamento, da parte dello stato russo, del controllo sui minori dati in adozione all’estero, e che prevede, fra le altre cose, il mantenimento della cittadinanza russa in capo ai minori adottati.