un matrimonio siriano

Siria. Il matrimonio ‘benefico’ di Laura Tangherlini, con le fedi donate per il progetto di Ai.Bi. ‘Non Lasciamoli Soli’

Un gesto d’amore eterno tra due persone, arricchito e abbellito da tanti stupendi gesti di amore nei riguardi di un Paese martoriato e dei suoi piccoli ‘figli’, vittime inermi e incolpevoli della guerra e delle violenze

Da quelle scelte per un ‘Matrimonio siriano’ sono nati un libro, un reportage video e anche una canzone, pubblicati a gennaio 2018 proprio con questo nome

un matrimonio sirianoUna scelta per la vita. Così doveva essere e così, in effetti, è stato per Laura Tangherlini, giornalista di RaiNews, e il suo sposo Marco Rò, musicista e cantautore di fama. Un matrimonio da ‘favola’. Anche se nella favola, come espressamente desiderato da entrambi, i due sposini ci hanno messo i tanti bambini siriani vittime della violenza e della guerra che ha devastato e distrutto il loro Paese e, in qualche modo, ‘calpestato’ le loro anime. Piccoli, indifesi e inermi profughi sempre in fuga dalle bombe – ancor oggi – ai quali i due coniugi hanno deciso di regalare almeno un pizzico di serenità e di strappare loro un sorriso.

Tutte le nozze della coppia sono state dedicate al popolo siriano e, in particolare ai profughi che dalla Siria sono fuggiti in Libano e Turchia. Il resoconto del loro viaggio, così, è diventato un libro, ma anche un reportage video e una canzone, pubblicati da qualche settimana per la casa editrice Infinito edizioni, con il titolo “Matrimonio siriano”.

Il reportage, parte del progetto che dà il nome al tutto, contiene le voci e le storie dei profughi incontrati e aiutati dai neosposi nei loro due viaggi in Libano e Turchia. Insieme, hanno voluto donare parte dei propri regali di nozze e qualche ora di svago a questi piccoli siriani che hanno ‘rubato’ loro il cuore.

Tra le testimonianze raccolte, c’è anche quella di un White Helmet, uno dei Caschi Bianchi presenti in Siria, l’organizzazione di difesa civile che ha vinto nel 2016 il Right Livelihood Award, il ‘premio Nobel alternativo’.

Troverete nel libro di Laura storie di siriani torturati per ordine del regime, testimonianze di famiglie finite ostaggio nei quartieri dei ‘ribelli’, storie di palestinesi che si vedono arrivare nei campi tutti quei siriani dei quali, un tempo, diffidavano“, ha scritto Corradino Mineo nell’introduzione al volume, aggiungendo che “una sola cosa unisce quasi tutti i protagonisti: il rimpianto, il desiderio struggente di tornare là dove un tempo era la loro casa, in quella terra avita che i più giovani ricordano appena. È un desiderio forte che l’autrice condivide, in cui si riflette e che sublima nel suo amore per la Siria“.

Il matrimonio ‘benefico’ di Laura e Marco è stato proprio così. Come ha raccontato la giornalista a TPI, “prima delle nozze abbiamo destinato dei soldi a un sostegno a distanza per Momen, piccolo profugo siriano orfano di padre che ora vive in Libano con la madre e due dei cinque fratelli, affetto da problemi comportamentali dovuti alla perdita del padre e al trauma della guerra“. Un aiuto che consentirà al bimbo di studiare e di aiutare anche i suoi fratelli.

Ma pure le partecipazioni, le boccette di ‘zatar’ messe a tavola il giorno del matrimonio, così come la gran parte dei regali di nozze sono stati destinati ad acquisti e iniziative in favore delle comunità siriane profughe in Libano: è così stato realizzato un complesso sportivo nel nord del Libano e tanti piccoli profughi potranno studiare, anche grazie all’acquisto, fatto ad Antakia, in Turchia, da parte dei due sposi novelli subito dopo la celebrazione delle nozze, di materiale di cancelleria, giocattoli due rinfreschi con torta e 75 giacconi invernaliche abbiamo personalmente portato a Reihanly ai piccoli siriani ospiti di un orfanotrofio e ad altri bimbi accolti in un centro diurno della ong locale Kids Paradise“, spiega Tangherlini.

Anche le fedi nuziali hanno contribuito a un altro loro progetto destinato ai piccoli siriani, gestito assieme ad Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini: è quello che fa parte della Campagna ‘Non Lasciamoli Soli’ per l’emergenza-Siria, alla quale è possibile a chiunque lo desideri aderire, per aiutare Ai.Bi. a dare cibo, coperte e altre risposte alle esigenze primarie dei più fragili tra i fragili che vengono ospitati nei campi profughi tra Siria e Libano: bambini, vedove, anziani.

Fonte: TPI