Turchia. Una vigilia di Natale sempre più tragica: altre due bambine siriane ritrovate senza vita su una spiaggia

sbarchiSembra un film già visto, drammatico, in onda tutti i giorni. Solo che, a differenza di quello che accade nei film, in questo caso è tutto tragicamente vero. È diventata quasi una prassi quotidiana la morte di piccoli migranti nel Mediterraneo. Un’abitudine che tende sempre più a non fare notizia e nei confronti della quale si sta maturando una sorta di indifferente assuefazione. Le ultime sfortunate protagoniste di questa tragica telenovela sono due bambine siriane di 7 e 11 anni, ritrovate senza vita su una spiaggia di Kas, nella provincia turca di Antaliya. Sarebbero morte in seguito al ribaltamento di un gommone partito dalle coste della Turchia mentre cercava di raggiungere la Grecia.

Le due piccole viaggiavano insieme ad altri 18 migranti, tratti in salvo dalla Guardia costiera turca, e ad almeno altre 3 persone che attualmente risultano ancora disperse.

Queste ultime due vittime si aggiungono ai circa 185 bambini che hanno perso la vita nel solo 2015 a causa dei naufragi avvenuti nel tratto di mare Egeo che separa la Grecia dalla Turchia. Dati drammatici che sono conseguenza di un esodo senza fine: quello dei siriani che, imbarcandosi sulle coste dell’Anatolia, tentano di raggiungere l’Europa a bordo di imbarcazioni di emergenza che troppo spesso si ribaltano, causando la morte di decine di persone.

Solo nel mese di novembre, per esempio, sono arrivati sulle coste greche 108mila migranti, il dato più alto mai registrato in un mese come questo, in cui solitamente le condizioni del mare rendono proibitive le traversate.

Nonostante questo, gli sbarchi stanno proseguendo anche a dicembre. Altri 459 migranti, tra cui decine donne – 6 delle quali incinte – sono arrivate a Pozzallo, nel ragusano, martedì 15 dicembre.

Secondo l’Organizzazione internazionale per l’immigrazione, dall’inizio del 2015 sarebbero 878mila i rifugiati che hanno attraversato il Mediterraneo, o hanno tentato di farlo. Tra questi 3563 hanno perso la vita , di cui 589 proprio nel mare tra Grecia e Turchia.

L’esodo di tanti bambini siriani che troppo spesso vanno  incontro alla morte nasce dalla situazione  drammatica in cui versa la Siria dopo quasi 5 anni di guerra. Eppure c’è un modo per permettere loro di continuare a sentirsi a casa nel loro Paese. Si chiama Io non voglio andare via ed è il progetto di Amici dei Bambini in Siria. Un intervento che, nell’ambito della campagna Bambini in Alto Mare, si impegna a garantire ai bambini della provincia di Idlib il diritto alla salute, alla casa, al gioco, all’educazione e al cibo.

Per tanti migranti che arrivano in Italia, invece, quasi sempre non c’è una giusta accoglienza, soprattutto se sono minori senza adulti di riferimento. Per evitare che finiscano nelle mani dell’illegalità o facciano perdere le proprie tracce, Ai.Bi. promuove il progetto Non lasciamoli soli, per sostenere l’affido familiare dei minori stranieri non accompagnati e l’apertura di piccole comunità per famiglie di migranti con figli che così possano essere inseriti in un percorso di vera integrazione.

 

Fonte: Avvenire