Ucraina: Gli occhiali rosa

Vika, Ira e Alena sono tre amiche, tre ragazze coetanee che vengono da diverse località della regione. Il destino non semplice le ha messe negli istituti, nelle famiglie dei parenti indefferenti e dopo le ha unite in un istituto professionale, nella facoltà per imparare il mestiere di cuoco. In questo istituto loro abitavano e studiavano da tre anni, durante i quali frequentavano le lezioni insieme e le marinavano sempre insieme, ridevano e piangevao insieme, insieme hanno deciso che non diventeranno mai cuoche e che dopo l’istituto professionale andranno a studiare solo all’università.
Quando le ho conosciute, il giorno prima dell’ultimo giorno dell’istituto professionale, tutte tre insieme ragionavano proprio cosi. Abbiamo parlato della vita, dei progetti, dei problemi… Hanno scoperto che la vita è bella, i progetti sono quelli di Napoleone e l’unico problema era che internet era solo nel telefonino e costava troppo. Va bene ho detto con l’informazione aiuteremo noi. Cominciamo a parlare dell’iscrizione all’università in modo dettagliato e con particolarità:
– Quale professione volete acquisire? – chiedo io.
– Ehmm,… visagista, estetista, parrucchiere… Qualcosa del genere.
– Invece perchè non va bene essere un cuoco?
– Mmmm… non ci piace avere a che fare con le pentole!
– Capito. Vi interessa solo università? Come sono i vostri voti, come disegnate?
– I voti non sono un granchè… Bisogna anche sapere disegnare?..
– Forse proveremo qualche istituto professionale?
– Si.
Ho raccolto un po’ di informazioni, ho descritto tutto in maniera dettagliata dopo di che tutto questo l’ho inviato a ciascuna e anche ad una loro operatrice sociale che lavora nell’istituto professionale e dalla quale le ragazze vanno per chiedere qualsiasi cosa. Ci siamo sentite con loro: “E’ tutto chiaro, non ci sono domande, ci stiamo preparando, Le telefoneremo”.
Io, per la mancanza di esperienza e impressionata dal loro ottimismo, ho deciso di non disturbarle con le mie telefonate. E questo è stato il mio errore. Chiamando tutte tre fine estate ho scoperto una cosa spiacevole – nessuna delle ragazze ha effettuato l’iscrizione. Però la notizia più amara è stata che nessuna delle ragazze sapeva come stavano le altre due. Sono partite per diversi rioni della regione e si sono perse ciascuna nei suoi problemi.
Le sono bastate due settimane di vita autonoma per togliere gli occhiali rosei e capire che il mondo è notevolmente diverso da quello che fanno vedere nei telefilm. Certamente se loro avessero più abilità sociali non avrebbero reagito in modo cosi sensibile.
Alena ha messo in testa l’idea che nel frattempo doveva andare via all’estero, perciò ha lasciato l’idea di continuare a studiare e ha trovato un lavoro “temporaneo” in qualità dell’assistente di un cuoco, dove lavora fino ad oggi.
Vika ha scoperto di essere incinta e la priorità degli studi è precipitata. Al momento presente ha partorito un bambino. La fondazione “Amici dei bambini”, i servizi sociali, i parenti – tutti insieme hanno aiutato a sistemare l’abitazione, comprare tutto il necesario, supportare lei e il giovane padre che è anche orfano come Vika e per di più è ancora uno studente.
Ira come se fosse una libellula ha deciso di non pensare troppo e senza prendere troppi impegni è partita per la regione a trovare i suoi amici. Si è fermata quando la sua tasca è rimasta vuota. Ha trovato un lavoro di cameriera, ha affittato una stanza e attualmente vive una vita non semplice. Ha instaurato rapporti con sua madre, insieme cercano di riguadagnare il terreno che apparteneva a loro; cerchiamo di aiutarle dando loro supporto sia giuridico che economico riguardo questo problema. Quando un giorno ci siamo incontrate con Ira presso i servizi sociali mi ha detto: “Sono pronta ad andare a incontrare i ragazzi che finiscono adesso gli studi e raccontargli come la vita futura immaginata nell’istituto è diversa da quella reale”.
Attualmente le aiuto a cercare informazioni per continuare gli studi, però adesso i loro intenti sono più reali e lucidi. Alla fine la professione di cuoco è risultata come un bel mestiere. Bisogna solo diventare un bravo cuoco.