“Una lettera è la certezza di essere pensati”. Rolando Coronado, operatore Ssd in Perù

rolando_peru“Lavoro con Ai.Bi. da sei anni come operatore Ssd. Ho vissuto il passaggio dal Sostegno a distanza al Sostegno senza distanza e posso dire che è una vera sfida. Che però è tutta nelle mani dei sostenitori. Molti donano, ma pochi creano davvero quel legame che può costituire la svolta per un bambino. La ‘fase di innamoramento’ dura mediamente uno-due anni, poi per un periodo più o meno lungo i sostenitori interrompono le comunicazioni, ma continuano a mantenere il finanziamento.

Vorrei che i sostenitori conoscessero direttamente la realtà dei nostri bambini. Il modello del sostenitore ideale per me è rappresentato dalla signora Liana Pivetta, ma il suo vero nome è Amore. Questa signora prova amore per le due sorelle  adolescenti che sostiene da tempo. La signora Pivetta è un’antesignana del Ssd: lei ha superato il tempo e la distanza, perché continua a sottoscrivere ogni anno il suo impegno e poi segue attivamente ogni fase della crescita delle due ragazze.

Tra un bambino beneficiario di ssd e uno senza sostegno, la differenza si vede: il primo vive con il seme della speranza nel futuro; il secondo invece è ormai rassegnato a vivere. Nell’ istituto non può fare altro. Nei bambini abbandonati l’ombra della ragione si insinua assai presto: tutti dicono loro che devono diventare adulti in fretta, per essere pronti, a 18 anni, a badare a se stessi. Colpisce la mancanza di fantasia in questi bambini: per loro non c’è più il colore, il movimento, il sorriso. Ho in mente due fratelli, orfani di entrambi i genitori morti a causa dell’Aids. Loro sono completamente passivi. E come tanti altri bambini fanno solo una cosa: aspettano, aspettano, aspettano. Chi? Ognuno di noi. ”