Usa, crollo dell’affido

I dati parlano chiaro: come succede in Italia, si sta assistendo ad una significativa diminuzione dei bambini statunitensi in affido. Tra il 1999 e il 2011 si è verificato un calo del 29%: da 567.000 a 401.000 bambini.

A causa della loro storia, i bambini in affidamento sono più esposti a problemi comportamentali ed emotivi, hanno anche maggiori probabilità di essere sospesi o espulsi da scuola, capita di frequente che abbiano un basso rendimento scolastico e siano esclusi da attività extra scolastiche.

Quasi la metà di tutti i bimbi in affido nel 2011 si trova oggi presso famiglie che non hanno legami di parentela con loro, mentre un quarto vive in affidamento intrafamiliare. Il restante quarto si divide in: quindici per cento vive in comunità, il quattro per cento in famiglie pre-adottive e il resto in altri tipi di strutture. I dati non sono sostanzialmente diversi da quelli di inizio decennio, anche se vi è stata una leggera diminuzione di bambini in affido in case famiglia e nelle istituzioni, e un corrispondente aumento di quelli in assistenza domiciliare.

Uno studio ha trovato che quasi il 60 per cento dei bambini piccoli (dai 2 mesi a due anni) in affido erano ad alto rischio per un ritardo dello sviluppo e possibili danni neurologici.

Inoltre, i ragazzi giovani che escono dall’affidamento, invece di tornare a casa, affrontano le sfide del passaggio all’età adulta. Secondo lo studio unico nazionale sui giovani che escono dall’affido, il 38% ha avuto problemi emotivi, il 50% ha fatto uso di droghe illegali e il 25% è stato coinvolto in procedimenti giuridici.

Per questi giovani è un problema anche il percorso di formazione propedeutico al lavoro. Solo il 48% dei giovani usciti dall’affido ha concluso la scuola superiore al momento del cosiddetto age out (uscita dall’affido) e solo il 54% ha finito dai due ai quattro anni dall’uscita.

Da adulti, i bambini che hanno trascorso lunghi periodi di tempo in più case di cura affidatarie hanno una maggiore probabilità di avere problemi come la disoccupazione, essere senza fissa dimora, il carcere, nonché gravidanze in giovane età.

Un altro gruppo vulnerabile in affidamento sono i genitori adolescenti. Sia prima che dopo la nascita del loro bambino, le madri adolescenti in affido hanno meno probabilità di avere un ambiente stabile a casa. Anche se le leggi per la tutela dell’infanzia permettono alle adolescenti in gravidanza di continuare a vivere con le loro famiglie affidatarie, a condizione che la famiglia sia disposta e in grado di mantenere un bambino nel proprio nucleo familiare, alcune leggi possono costituire un ostacolo al mantenimento di questa situazione di stabilità.

(Fonte: www.childtrendsdatabank.org)