Vaccini. Tutto quello che c’è da sapere sulla vaccinazione mista

Dopo lo stop al vaccino AstraZeneca per gli under 60, chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca farà la seconda con Pfizer. La vaccinazione mista è sicura ed efficace? Ecco tutte le risposte

Dopo la “forte raccomandazione” del CTS di somministrare il vaccino AstraZeneca solo agli under 60, al di là della riorganizzazione generale del piano vaccinale, sono state le domande di chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino anglo – svedese a tenere banco. Il dubbio è relativo all’efficacia e alla sicurezza della vaccinazione “mista”, con due vaccini non solo di produttori diversi, ma anche dal meccanismo differente: il primo, AstraZeneca, a vettore virale, il secondo, Pfizer o Moderna, a mRna messaggero.

Vaccinazione mista: i primi studi da Spagna e Regno Unito

Interrogativi legittimi, specie davanti alla sostanziale mancanza di studi specifici a largo spettro sull’argomento (gli unici a disposizione arrivano da Spagna e Regno Unito, Paesi che già stanno sperimentando l’uso dei due vaccini differenti). Gli esperti, però, sono tutti sostanzialmente concordi nell’assicurare che non solo non si corrono pericoli ma, anzi, per certi aspetti la vaccinazione mista potrebbe anche apportare benefici ulteriori.

Questo vale soprattutto contro le diverse varianti, perché, se un vaccino si dimostra meno efficace contro una data mutazione, l’altro, differente, potrebbe sopperire alle mancanze e offrire una maggiore copertura. Come riporta Internazionale, secondo una ricerca inglese pubblicata su The Lancet, condotta su un campione di 870 adulti, la vaccinazione mista ha mostrato di poter dare qualche effetto collaterale da lieve a moderato in più. Tuttavia, le reazioni si sono dimostrate brevi e non hanno portato a ulteriori problemi. Analogo risultato la ha dato uplo studio spagnolo, che, però, ancora non è stato sottoposto a validazione scientifica.

L’efficacia della vaccinazione mista

Sull’efficacia della vaccinazione mista non ci sono ancora dati certi, visto che i soggetti a cui è stata somministrata sono pochi. Sempre lo studio spagnolo, però, ha mostrato una risposta anticorpale molto elevata a 14 giorni dalla somministrazione della seconda dose, all’apparenza maggiore di quella derivante dalla vaccinazione con due dosi dello stesso vaccino. Come detto, i dati non sono molti e gli studi più approfonditi sono ancora in corso, ma tutto lascia supporre che, davanti a problemi legati all’utilizzo di una seconda dose dello stesso vaccino della prima (come nel caso delle raccomandazioni per AstraZeneca, ma potrebbe anche capitare in caso di scarsità di forniture, ecc.), provvedere alla seconda dose utilizzando un vaccino diverso sembra la cosa migliore da fare.