“Siamo capitati con una giudice famosa a Milano per far piangere le coppie”

Carlo scrive:

Stessa tua esperienza. Oggi è arrivata la notifica del decreto: non idonei. Andremo avanti? Non lo so. Ho forte la tentazione di tirare fuori tutto quello che abbiamo subito. Una psicologa che mette in piazza su internet i suoi fatti più privati sulla sua maternità e poi si permette di dire che noi non sappiamo esternare i nostri sentimenti e non ci capiamo come coppia (peccato che se c’è una cosa che ci unisca è la complicità su tutto con mia moglie). Un giudizio arrivato dopo 4 incontri e mezzo di cui uno dedicato a test che si fanno fare ai bambini. Abbiamo esternato anche i nostri normali timori perché pensiamo sia una scelta che debba essere fatta in modo responsabile. Sono stati visti solo quelli. Abbiamo pensato, beh, col giudice riusciremo a spiegare le nostre ragioni. Purtroppo siamo capitati con una giudice abbastanza famosa qui a Milano per far piangere le coppie. Due ore di abuso di potere in cui ha cercato di provocarci e deriderci in tutti i modi. Questa la nostra esperienza con le istituzioni.
Pensavamo fosse una scelta d’amore. Siamo stati trattati come delinquenti.

Carissimo Carlo,

leggendo le Sue parole mi sono realmente commossa. Qualunque siano le ragioni che hanno mosso quei rappresentanti delle istituzioni che avete incontrato a condurre il proprio lavoro, mi sembra inaccettabile che in due persone, unite nel gesto puramente volontario e amorevole di aprire la propria casa e la propria vita a un bambino abbandonato, rimanga tanto amaro in bocca e la sensazione di essere “derisi” e perfino “trattati come delinquenti”. Qualsiasi coppia che fa domanda di adozione, anche se non fosse in effetti “idonea” (meglio “pronta”), non dovrebbe uscire dal percorso iniziato con tanta rassegnazione ma semmai con la consapevolezza di dovere maturare ancora un po’ nel proprio cammino di accoglienza.

Sarebbe interessante, caro Carlo, conoscere esattamente l’andamento dei quattro colloqui e mezzo in cui Vi siete imbattuti e le domande precise che Vi sono state rivolte per capire se siano state rispettose dei principi applicabili in materia di adozione e protezione dei minori (primo fra tutti il principio del superiore interesse del minore) ma anche in materia di diritti fondamentali della persona (la Vostra, in questo caso). Rimango insieme ad Ai.Bi. a completa Vostra disposizione per una valutazione di questo tipo. Certo è che un danno mostrate di averlo subito, perché desistere dopo solo pochi incontri ad un progetto di amore non può essere che frutto di una selezione non condotta in maniera rispettosa della persona umana e dei delicati sentimenti coinvolti nella decisione di adottare un minore. Siccome la nostra società ha bisogno di progetti di amore, queste pratiche vanno fermate al più presto.

In bocca al lupo

Enrica Dato

Ufficio Diritti dei Minori di Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini