Coronavirus e bambini. La Fase 3? Per gli esperti deve essere quella del ritorno alla normalità

I più piccoli non devono essere aggrediti da messaggi sbagliati. Sì alla responsabilità ma con “equilibrio”

I bambini? Bisogna che tornino alla normalità in questa Fase 3 dell’emergenza Coronavirus. L’appello, tra gli altri, lo lancia, dalle colonne di Avvenire, il pedagogista Daniele Novara. “In tutti i documenti – scrive – risalta l’obbligo dell’utilizzo delle mascherine dai tre anni, in alcuni casi dai sei. In realtà i dati epidemiologici riferiscono che i bambini non si contagiano, oppure si contagiano in maniera completamente diversa dagli adulti. Non solo, sulla possibilità che essi rappresentino i cosiddetti ‘portatori sani’, pronti a colpire involontariamente frotte di nonni, adulti e i loro educatori ed educatrici, come se fossero dei veri e propri untori, non esiste uno straccio di evidenza né scientifica né empirica. Una cappa di pregiudizi antichi come Erode si abbatte sull’infanzia mettendo a rischio la crescita dei bambini in un momento cruciale della loro vita”.

Relativamente ai documenti prodotti dai vari comitati, Novara sottolinea che “nel frattempo i dati sanitari sul Covid-19 sono ben diversi da quando questi documenti sono stati redatti. Rischiano di parlare di una realtà che è parte di un capitolo che, grazie ai duri sacrifici fatti, è ormai passato o in fase di esaurimento. Pertanto mi permetto di ribadire che per tutta l’infanzia sia la mascherina che il distanziamento rigido e costrittivo rappresentano una vera crudeltà nei confronti dei bambini già fortemente segnati dall’esclusione dai loro compagni e dalle istituzioni educative che non ha pari nel resto dell’Europa e del mondo”.

Coronavirus e bambini: perché nella Fase 3 devono gradualmente tornare alla normalità

Urge, dunque, un recupero della quotidianità e della normalità. Anche Rino Agostiniani, vicepresidente della Società Italiana di Pediatria, intervistato sul tema sempre da Avvenire, pur con toni molto meno drastici, ritiene che l’uso della mascherina “debba essere gestito con saggezza, ricordandoci che stiamo parlando di bambini. E ricordando loro, sempre, che l’emergenza non è finita”. Sempre a proposito di bambini, secondo Agostiniani “i numeri che abbiamo ci dicono che tendono ad ammalarsi meno e quando si ammalano lo fanno in forma lieve. Non sappiamo ancora perché, lo stiamo studiando“. Relativamente alla questione psicologica, sostiene ancora Agostiniani che “è evidente dal punto di vista pedagogico che io non possa passare a un bambino il messaggio che i suoi giochi non possono essere toccati da nessuno, che con gli altri non deve giocare, che non deve avere contatti oltre che con le persone che conosce. Pagheremmo un prezzo altissimo per gli effetti psicologici ed educativi di simili insegnamenti”.

Il succo riassuntivo, insomma, è che, in questa Fase 3, è giusto chiedere ai bambini il rispetto delle regole, ma, come dice anche lo stesso Agostiniani, con “equilibrio”. Quell’equilibrio che, altrimenti, i bimbi strappati violentemente alla loro normalità rischierebbero di perdere.