Psicologia dell’Adozione. Perché i servizi sconsigliano l’adozione di fratrie?

In qualunque modo l’accoglienza e l’apertura ad una serie di situazioni è faticosa, poiché il genitore adottivo, a differenza del genitore biologico, è chiamato al compito di ricostruzione

Lucia Ciaramella – psicologa

Spesso capita che i servizi sociali territoriali sconsiglino alle coppie di adottare due o più fratelli, poiché sostengono che sia molto più faticoso e complicato gestire nello stesso tempo le dinamiche di ogni bambino contemporaneamente. Dinamiche che, a loro dire, hanno un elevato rischio di fare esplodere il contesto.

Molte volte, dunque, i servizi sociali orientano le coppie all’accoglienza di un solo bambino e, solo quando la situazione si sarà stabilizzata, a pensare ad una seconda adozione.

Adozione: il compito di “ricostruzione” del genitore

L’adozione però, che sia di un singolo minore o una fratria, ha sempre due facce della stessa medaglia, la parte in luce e quella in ombra. In qualunque modo l’accoglienza e l’apertura ad una serie di situazioni è faticosa, poiché il genitore adottivo, a differenza del genitore biologico è chiamato al compito di ricostruzione: di un mondo pre-esistente, di una cultura differente, di una famiglia che lo ha generato ma non è stata in grado di accoglierlo e lo ha abbandonato, dell’esperienza di istituzionalizzazione, di una lingua e di tratti somatici differenti, ma la cosa più complessa da ricostruire è l’identità, minata dalla ferita dell’abbandono e dalla convinzione che, tutto sommato, se mamma e papà li hanno lasciati è perché se lo meritavano perché valevano poco!

Le criticità in cui si impatta sono differenti se si tratta di accogliere un figlio unico, oppure una fratria.

I fratelli sono una famiglia con le proprie dinamiche, le proprie regole, il proprio funzionamento, che impatta in un’altra famiglia, la coppia di genitori, che a sua volta ha le proprie modalità e il proprio mondo.

Inizialmente useranno la loro lingua di origine per creare barriere quando non vogliono essere compresi. In alcuni momenti si comporteranno come se la coppia genitoriale fosse un pericolo da cui difendersi, da osservare, da tenere a distanza fino a quando non si fideranno e si affideranno, in una parola li adotteranno a loro volta!

L’adozione, infatti, avviene in due tempi: i genitori adottano i figli e successivamente i figli adottano i genitori, e questo avverrà quando le proiezioni saranno cessate e si smetterà di confondere i genitori biologici assieme ai genitori adottivi.

Adozione: fratrie. Il ruolo del fratello maggiore

I fratelli che vengono da contesti in cui hanno subito comportamenti violenti o maltrattati si supportano, si proteggono e si accudiscono tra loro. Queste strategie sono servite a sopperire alle carenze educative dei genitori biologici. Il fratello maggiore si sostituisce a questi ultimi e ne prende il posto, questo al prezzo della perdita di una fetta della sua infanzia, rinunciando al gioco, alla spensieratezza, all’antagonismo e alla gelosia che in contesti e ambienti sani dovrebbero vivere i fratelli.

Il fratello maggiore, con il suo affetto, la sua protezione e la sua organizzazione fa da scudo ai fratelli più piccoli, permettendo loro di vivere meno intensamente le situazioni familiari, preservandoli. La fratria è dunque una risorsa!

Le problematiche in cui impatta la famiglia che si costituisce attraverso l’accoglienza di fratelli, sono anche quelle della fiducia da costruire, poiché inizialmente il fratello più grande non consente di esercitare la genitorialità e disconferma il ruolo occupandosi dei suoi fratelli, come ha sempre fatto. Solo quando si sentirà sicuro allora potrà cedere il fardello della responsabilità e recuperare l’infanzia perduta troppo presto, con la ritrovata dimensione di figlio, certo che da quel momento in poi saranno gli adulti ad occuparsi di lui e dei suoi fratelli, costituendo un punto di riferimento.

La fratria: una risorsa

In un ambiente malsano i figli non possono vivere una individualità, ma si compattano in un gruppo unico allo scopo di sopravvivere; questo consente di attenuare gli effetti di un attaccamento insicuro o disorganizzato nei confronti dei genitori biologici.

Un punto di forza dell’adottare una fratria è che nella loro storia familiare di origine, costellata da numerose rotture e cambiamenti, loro restano la sola costante, il solo pezzo della famiglia sopravvissuta all’abbandono e all’istituzionalizzazione e questo rende più forte il legame tra fratelli.

Un genitore adottivo che si apre all’accoglienza di fratelli sta preservando l’identità e il più grande costituisce la memoria storica del gruppo, fondamentale per recuperare le radici, che sono l’humus fertile per la crescita dell’identità.

Lucia Ciaramella – Psicologa della sede di Salerno

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