Onu: condanna senza appello per l’utero in affitto

Dalle Nazioni Unite arriva l’invito a tutti gli Stati a bandire la pratica della Gestazione per Altri, seguendo l’esempio di quanto fatto dall’Italia

Reem Alsalem è la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e le ragazze, autrice di una minuziosa ricerca che ha portato alla redazione di un report, già trasmesso dal segretario generale dell’Onu all’Assemblea e che verrà presentato ufficialmente il 10 ottobre.
Avvenire ha anticipato come, al suo interno, l’ONU descriva la Gestazione per altri (Gpa) come una pratica che rafforza le disuguaglianzesfrutta la povertà femminile e penalizza i neonati. Nessuna eccezione: anche la surrogata cosiddetta “altruistica” è equiparata a quella commerciale, perché di fatto prevede rimborsi consistenti.

Le segnalazioni

Secondo l’Onu, la Gpa riduce le donne a “incubatrici umane”, colpisce soprattutto migranti e ceti poveri, espone a sfruttamento e violenze. Numerose le segnalazioni di abusi: aborti selettivi imposti, cesarei programmati senza consenso, segregazione durante la gravidanza. La Relatrice sottolinea inoltre i rischi per i bambini: nascita prematura, basso peso corporeo, privazione dell’allattamento materno e separazione immediata dalla madre gestazionale, con possibili conseguenze sullo sviluppo emotivo.

L’invito agli Stati

Il documento denuncia una forma di “vendita di neonati”, incompatibile con i diritti umani, e invita gli Stati ad adottare misure legislative per vietare la surrogata, proteggendo nel contempo donne e bambini. In questo quadro, l’Italia viene indicata come modello: la legge approvata nell’ottobre 2023 su impulso del governo Meloni ha reso la Gpa un reato universale, punibile anche se praticata all’estero, con pene fino a due anni di carcere e multe fino a un milione di euro.
Alcune associazioni femministe hanno accolto positivamente questo report, che riconosce anni di battaglie e apre la strada a un bando globale della maternità surrogata.