Affidare il mandato a un ente per l’adozione internazionale comporta l’esclusione dalla nazionale?

Gentile direttore,

siamo una coppia alle prese con una scelta difficile  in fatto di adozioni, perché messi di fronte a una situazione articolata. Anche se forse meno di quanto ci viene fatto credere. Le spiego.

Abbiamo un decreto di idoneità per l’adozione internazionale ormai vicino alla scadenza che arriverà tra un paio di settimane. Tempo fa io e mio marito abbiamo dato la nostra disponibilità anche per l’adozione nazionale. Alla luce di questo, durante uno degli ultimi colloqui con il giudice del Tribunale per i minori della nostra città, egli ci ha suggerito di non conferire il mandato ad alcun ente autorizzato. Questo perché, a detta del giudice, il conferimento del mandato per l’adozione internazionale ci farebbe automaticamente escludere dalla lista d’attesa per quella nazionale.

Il consiglio del giudice ci ha fatto sorgere diversi dubbi, pertanto ci siamo rivolti a un nostro amico avvocato che ha totalmente smentito quanto ci ha riferito il giudice stesso. Per questo chiediamo ora a voi, conoscendovi come ente autorizzato dalla trentennale esperienza.

È vero che, se diamo incarico a un ente per l’adozione internazionale, veniamo cancellati dalla lista d’attesa per la nazionale?

Grazie

Adriana

 

cbernicchi-foto

Cara Adriana,

le posso confermare che è possibile proseguire il percorso dell’adozione internazionale anche nella fase in cui si è impegnati con l’iter per quella nazionale. I due percorsi non sono assolutamente incompatibili. Pertanto il conferimento dell’incarico a un ente autorizzato da parte di una coppia non comporta la cancellazione della coppia stessa dalla lista d’attesa per l’adozione nazionale.

Pertanto, per evitare che sopraggiunga la scadenza del decreto di idoneità, vi consiglio di scegliere al più presto l’ente a cui affidare il vostro mandato. Ricordo infatti che il decreto di idoneità è valido a partire dalla data in cui viene notificato: da quel giorno, la coppia ha un anno di tempo per affidare il suo incarico a uno degli enti autorizzati. Per completezza d’informazione, ricordo anche che la disponibilità per l’adozione nazionale ha invece una validità di 3 anni, eventualmente rinnovabili per un altro triennio.

Al di là di questi aspetti normativi, è bene tenere presente, però, che l’adozione nazionale e quella internazionale sono due percorsi molti diversi. E’ vero dunque che è possibile seguire i due iter contemporaneamente, ma è bene valutare le diverse situazioni che si potrebbero presentare.

Nel caso in cui arrivi prima un figlio in adozione nazionale, la situazione della famiglia cambierebbe: non si tratterebbe più solo di una coppia di coniugi, ma di un nucleo composto da padre, madre e figlio. E questo, in ottica adozione internazionale, avrebbe delle conseguenze: sarebbe necessario infatti compiere un nuovo percorso, a partire dai colloqui con i servizi sociali fino all’ottenimento di un nuovo decreto di idoneità che tenga presente la nuova situazione famigliare e preveda di rispettare il vincolo della primogenitura.

Se, viceversa, l’iter dell’adozione internazionale dovesse arrivare per primo al punto di iniziare a lavorare per l’abbinamento, alla coppia si consiglia, prevalentemente per una questione etica nei confronti del Paese di origine, di concentrarsi solo su questo percorso.

 

Cinzia Bernicchi

Adozioni Internazionali di Ai.Bi.