Bolivia: storia di vita

Questa settimana vi propongo la storia di vita di un giovane che da piccolo é stato abbandonato in un hogar della Bolivia e che ha vissuto la sua infanzia e adolescenza chiedendosi “Perché? Non sono abbastanza buono? Non sono abbastanza bello? Non sono abbastanza per meritare l’amore di una famiglia?”. Ora C. é cresciuto e ha degli amici e delle persone care per cui vale la pena lottare. Anche noi vogliamo lottare insieme a lui affinché nessuna persona debba mai più raccontare una storia come la sua.

“Dopo tanti anni, quando sarò un mucchio di polvere senza voce, venite a giocare con me, con la terra delle mie ossa, sotto la luce del pianto congelato.

Io ero lì, confuso. Le ultime parole del silenzio mi arrivavano al cuore: “mamma, papà”. Nell’oscurità, la solitudine mi azzittiva. Poi mi porto un addio come ricordo.

Non m’indicasti il cammino, lasciasti che mi trascinasse la corrente. Guarda, adesso, dove sono finito. Adesso rimangono solo i ricordi con gli occhi tristi, ma, un anno dopo l’altro, cadranno come foglie secche in inverno. Mi mettesti in un centro di accoglienza. Arrivava la notte senza ombre della mia infanzia, si accendeva la disperazione di fronte ai bambini che camminavano senza sorriso a causa della loro infanzia… impaziente è il tempo che non aspetta.

Ero un mattone dimenticato per sempre in un muro, in una prigione oscura, consumato dalla tristezza e la solitudine. Mi lasciasti senza una medicina che curi l’amore e l’affetto.

Giorno dopo giorno la mia vita si spezzava. Non aveva splendore il giorno e camminavo scalzo d’inverno, spettinato, aspettando il ricordo delle tue braccia che si avvicinavano a me. A scuola mi facevo da parte e mi domandavo: Perché?

Quando gli altri bambini avevano un padre, un padre nei loro compleanni, nella vigilia di Natale, una famiglia dove sentivano il calore e l’affetto, io nel silenzio, con lo sguardo perso verso il suolo, domandavo: “Per caso si sono dimenticati di me? …Sarà che Dio è solamente dei ricchi o forse sono un bambino cattivo?”

Non voglio essere il silenzio dopo il naufragio, la vita continua e lascerò poco a poco i ricordi e le disillusioni. Una virtù è nata in me, continuerò a sognare il futuro che voglio. Mentre la vita segue, nella mia anima rimangono solo dolore e amarezza. Adesso ho dei fratelli, sorelle, e persone per le quali lottare. Ringrazio le persone che mi hanno sostenuto nel mio cammino”.