Le famiglie italiane in piazza contro il gender nelle scuole: chiesto un incontro a Mattarella per difendere l’identità sessuata dei bambini

gandolfiniLe voci delle famiglie di tutta Italia si uniscono nella richiesta alle più alte istituzioni del nostro Paese di vigilare sul tentativo di destrutturare l’identità sessuata dei bambini, in atto con l’introduzione della teoria gender nelle scuole.

Una delegazione dei vertici del comitato “Difendiamo i nostri figli”, organizzatore dei Family Days in difesa della famiglia, ha manifestato davanti al Quirinale, consegnando alla segreteria della Presidenza della Repubblica una serie di documenti che illustrano  i timori sull’attuale deriva educativa dei minori. Nello specifico, i rappresentanti del Comitato hanno consegnato un dossier sui casi di gender nelle scuole, la richiesta di ufficializzazione del consenso informato preventivo per affermare il diritto del primato educativo dei genitori e una copia del manifesto educativo redatto dallo stesso Comitato. Al contempo, si è chiesto un incontro al capo dello Stato Sergio Mattarella. In tale occasione, i rappresentanti del Comitato esprimerebbero al presidente le preoccupazioni delle famiglie italiane riguardo ai tentativi di introdurre la teoria gender nelle scuole, al fine di destrutturare l’identità sessuata dei bambini.

La manifestazione romana non è rimasta isolata. In contemporanea, infatti, centinaia di persone appartenenti alle sezioni locali del Comitato hanno manifestato davanti agli uffici scolastici provinciali e regionali, consegnando lo stesso materiale e chiedendo di potersi confrontare con i dirigenti scolastici riguardo a queste sensibili tematiche. Oltre a Roma, le famiglie sono scese in piazza in altri 15 Comuni: Avellino, Bergamo, Brescia, Genova, Gorgonzola (Mi), Massa, Milano, Novi Ligure (Al), Parma, Perugia, Pesaro, Salerno, Treviso, Verona e Vicenza.

La decisione di manifestare nasce dopo che le famiglie del Comitato sono rimaste inascoltate da parte sia del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che da quello delle Riforme Maria Elena Boschi. Tutto questo mentre si è in attesa dell’uscita delle linee guida del comma 16 della 107 sulla cosiddetta “Buona Scuola”, relative all’attivazione  di percorsi educativi di lotta alla “discriminazione per orientamento di genere”.

“Il Comitato rinnova la condanna ferma dei casi di violenza di genere – commenta il presidente di “Difendiamo i nostri figli” Massimo Gandolfinie condivide ogni sforzo teso alla promozione di un’educazione alla parità dei sessi intesa come parità di opportunità, diritti e dignità, senza che questo apra a una contrapposizione tra genere maschile e femminile a danno dell’identità sessuata dei bambini, ma piuttosto favorisca un’alleanza tra uomo e donna nel rispetto della diversità dei sessi”.