Migranti. La strada della relocation passa anche da Ai.Bi.: accolta la prima famiglia siriana con 5 bambini

migranti siriani

Sono in 7, siriani di etnia curda, provengono dalle zone controllate dall’Isis e sognano un futuro in Europa. Amici dei Bambini li aiuterà a curare le loro ferite e a prepararli per la prosecuzione di un viaggio che, pur lunghissimo, li sta accompagnando dal terrore alla salvezza.

Martedì 22 dicembre, gli operatori di Ai.Bi. sono andati a prendere dalla stazione centrale di Milano questa famiglia di rifugiati provenienti dalla Siria: papà, mamma e 5 bambini, la più piccola di 6 anni e il più grande di 13. Lasciata in estate la loro terra, ormai nelle mani dei terroristi, hanno viaggiato per 5 mesi alla volta della Turchia. Da lì si sono imbarcati per la Grecia e quindi sono giunti in Italia, a Trieste. Sono stati inseriti nel sistema della relocation, il programma di ricollocamento dei migranti con diritto d’asilo, approvata a settembre a Bruxelles dai 28 ministri dell’Interno dell’Unione Europea. Il provvedimento riguarderà 120mila profughi provenienti da Siria, Iraq e Eritrea, ovvero il 75% delle persone che sbarcano in Italia e in Grecia: una volta identificati con le impronte digitali, questi saranno smistati verso Germania, Olanda, Svezia e gli altri Paesi europei che hanno accettato di accogliere i richiedenti asilo.  Secondo quanto annunciato dal Viminale, la relocation porterà al trasferimento, con voli pagati dalla Commissione Europea, di circa 40mila profughi arrivati in Italia. “Un nuovo inizio nelle strategie seguite finora dall’Unione Europea nella gestione dei rifugiati”, l’ha definita Dimitris Avramopoulos, commissario europeo per gli Affari interni e le Migrazioni.

Il ricollocamento gestito dall’Ue permette innanzitutto di mettere fuori gioco i “passatori”: trafficanti a cui si rivolgevano, pagando forti somme, i migranti giunti in Italia e desiderosi di trasferirsi in altri Paesi europei. Con la relocation, questo passaggio avviene in maniera legale e organizzato dalle istituzioni in termini sia di tempi che di destinazioni. Il nuovo sistema prevede infatti che i rifugiati siriani, iracheni ed eritrei, una volta giunti in Italia e identificati, vengano collocati in una struttura di prima accoglienza in attesa di conoscere il Paese che li ospiterà. Così sta accadendo anche alla nostra famiglia siriana, che già a Trieste ha saputo di essere stata destinata alla Tenda di Abramo, la piccola comunità di accoglienza per famiglie di migranti con figli gestita da Amici dei Bambini in collaborazione con la Prefettura di Milano.

“Il nostro compito sarà quello di verificare lo stato di salute dei bambini – spiega Diego Moretti, responsabile della campagna Bambini in Alto Mare di Ai.Bi. – di provvedere alle loro principali necessità, a cominciare dalle medicine, e quindi di prepararli alla prosecuzione del viaggio”.

A fronte di una storia che si avvia a un lieto fine, però, ce ne sono ancora molte altre la cui speranza naufraga nelle gelide acque del Mediterraneo. Altri 11 migranti, tra cui 4 bambini e un neonato, sono morti nell’ennesimo naufragio nel mare Egeo, al largo dell’isola greca di Farmakonisi. Due le persone ancora disperse e 15 quelle tratte in salvo dalla Guardia Costiera ellenica. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha diffuso i dati sui migranti per il 2015 che si avvia alla conclusione: sono oltre un milione le persone che hanno raggiunto l’Europa, 4 volte quante ne arrivarono nel 2014. Più della metà proviene dalla Siria, gli altri sono prevalentemente afghani, iracheni ed eritrei. Circa 3600 quelli che non ce l’hanno fatta a raggiungere le coste europee e sono morti durante la traversata. L’Italia è il secondo Paese dopo la Grecia per numero di sbarchi nel 2015: 150.317 contro gli 816.752 registrati da Atene. Tra loro ci sono migliaia di minori stranieri non accompagnati e di famiglie con figli: per garantire a loro una giusta accoglienza. Ai.Bi. sostiene il progetto Non lasciamoli soli, nell’ambito della campagna Bambini in Alto Mare.

 

Fonti: Ministero dell’Interno, Huffington Post, Il Sole 24 Ore, Corriere della Sera