Siria. Distrutto anche l’ultimo centro sanitario. Per ridare speranza ai bambini di Aleppo aiutaci a costruire il nuovo ospedale pediatrico

bombardamento-ospedale-aleppoBambini in agonia. Peggio di un mattatoio. Anzi, un mattatoio è più umano. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha riservato le parole più crude dei suoi 10 anni al vertice dell’Onu per definire la situazione di questi giorni ad Aleppo. Nella seconda città della Siria continuano i massacri che vedono decine di bambini perdere la vita nei luoghi in cui dovrebbero trovarsi più al sicuro: le scuole, le loro case, gli ospedali.

La tragica ironia della sorta ha trasformato la Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia, che si celebrava domenica 20 novembre, in un’occasione di morte. Un razzo ha infatti colpito un istituto scolastico nel quartiere di Furqan, nella parte occidentale di Aleppo: 11 le vittime, di cui 8 erano alunni della scuola.

Poche ore prima, nella notte tra sabato e domenica, un’intera famiglia di 2 adulti e 4 bambini è stata sterminata da una bomba al cloro che ha colpito la loro abitazione.

Ancora più drammatico il bilancio della giornata di sabato. L’Aleppo Media Center parla di 61 persone rimaste uccise, che diventano 289 se si considerano le vittime degli attacchi effettuati da martedì, a cui vanno aggiunti almeno 950 feriti molto gravi, per una delle fasi più violente di quella che è stata definita “la peggiore campagna di bombardamenti degli ultimi anni”.

Le speranze di salvezza per la popolazione dell’ex capitale economica della Siria sono ormai ridotte quasi a zero. Tutti gli ospedali della zona Est sono ormai fuori uso. Anche le cliniche più piccole, ricavate nei pochi palazzi rimasti ancora in piedi, sono state chiuse. In tutta la parte orientale della città è rimasta appena una trentina di medici. Del tutto insufficienti a prendersi cura di 250mila civili – ma fonti locali parlano di circa 400mila – di fatto intrappolati a causa dell’assedio e colpiti ogni giorno dai raid aerei. Bombardamenti, barili-bomba, proiettili di artiglieria, furiosi scontri hanno cancellato del tutto il sistema sanitario della città. Alcune immagini riprese dalla tv Al Jazeera mostrano gli ultimi momenti di un centro neonatale. L’attacco aereo, l’esplosione, il fumo nero, le infermiere che prendono i bambini dalle incubatrici e li tentano di portarli in salvo. Per quanto possibile. Da ieri, i 100mila piccoli aleppini intrappolati nei quartieri orientali della città non possono neanche più morire in ospedale. Dovranno farlo per strada, negli scantinati, a casa, se ne hanno ancora una e finché l’avranno.

E la situazione è destinata a peggiorare. “Entro Natale – ha detto l’inviato speciale dell’Onu per la Siria Staffan De Mistura -, per via dell’intensificazione militare, si registrerà il collasso virtuale di ciò che è rimasto ad Aleppo Est. Circa 200mila persone fuggiranno verso la Turchia e si verificherà una catastrofe umanitaria.

Anche per questo non c’è più un solo momento da perdere. In un Paese in cui, in 5 e mezzo di guerra, si sono contati 382 attacchi ai centri sanitari e i civili non hanno quasi più un luogo in cui ricevere delle cure, Amici dei Bambini si è impegnata a costruire un nuovo ospedale in condizioni di assoluta sicurezza. Lo sta  ricavando nella roccia sotto una collina, al riparo dalle bombe. Il nuovo ospedale pediatrico potrà prendersi cura di 300 pazienti al giorno, avrà reparti di ginecologia, ostetricia e neonatologia e sarà dotato di 35 posti letto e 19 incubatrici. Rappresenterà una nuova speranza per un bacino d’utenza di almeno 450mila civili. Aiutaci a trasformare tutto questo in realtà. Puoi donare il tuo mattoncino per questo grande progetto, effettuando una donazione a favore della campagna Bambini in Alto Mare o un versamento al conto corrente postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini. Il futuro dei piccoli siriani è anche nelle tue mani.

 

Fonti: Corriere della Sera, Il Messaggero