John, 30 anni. Il percorso di un care leaver verso l’indipendenza: “Grazie Ai.Bi. per il vostro aiuto”

Per Amici dei Bambini è cruciale valutare nel tempo l’impatto del proprio sostegno sui beneficiari

Per una realtà come Amici dei Bambini, operativa in diversi istituti in tutto il mondo, è cruciale poter valutare a distanza di tempo l’impatto sui beneficiari dei propri progetti, in particolare per i ragazzi che hanno partecipato ai programmi per il reinserimento nella società dopo aver vissuto nei centri in cui lavoriamo (Care Leavers Programs).

L’intervista a John, ragazzo kenyota di 30 anni, condotta dagli operatori di Ai.Bi. e trascritta di seguito, è uno di quei momenti in cui nonostante tutte le difficoltà di questo settore, ci si ricorda di quanto sia importante quello che viene fatto grazie al supporto dei sostenitori a distanza.

Ciao John, che bello rivederti…magari puoi presentarti a chi non ti conosce e dirci un po’ di te!”

Si certo, mi chiamo John ed ho 30 anni. Sono stato accolto a Kwetu nel 1999, la mia strada verso la riabilitazione non è stata lineare. Ero un bambino molto difficile, continuavo a scappare e tornare alla vita di strada ed alle droghe. A causa degli errori commessi sono stato inserito per un anno in un centro di detenzione per minori, prima di ritornare a Kwetu e terminare la riabilitazione.

Tante cose sono cambiate dal quel giorno…ora sto facendo uno stage di lavoro presso il Centro e potrei molto presto andare all’Università!

Complimenti per il tuo percorso e la tua forza. Potresti raccontarci della tua vita prima della riabilitazione?

Non è semplice spiegare la vita di strada a chi non l’ha mai vissuta ma ci proverò. E’ sicuramente una vita che non ho scelto, mi mamma ci ha cresciuti da soli e siamo sempre stati con lei a fare l’elemosina. E’ venuta a mancare nel 2000, quello è stato il momento in cui ho pensato non avrei avuto alcun futuro.

Avevo 10 anni quando sono stato accolto con mio fratello minore a Kwetu, all’epoca facevo già uso di droghe e l’astinenza dallo sniffare la colla è stato probabilmente il fattore che più mi ha portato a scappare ed essere a lungo attratto dalla vita di strada e l’indipendenza, nonostante i pericoli.

Oggi mio fratello ha 25 anni, e nonostante tutti gli sforzi non è mai riuscito a riprendersi da tutti questi traumi ed è tornato a fare l’unica vita che conosce, in strada e tra le droghe, abbiamo un buon rapporto ma non ho potere sulle sue scelte.

Quali pensi sia stato il fattore che ti ha spinto al cambiamento? Di cosa hanno bisogno i bambini e ragazzi che come te vivono al limite della sopravvivenza?

Le famiglie hanno bisogno di competenze ed i bambini di amore, se non ricevi amore non puoi ottenere un cambiamento di successo. La solitudine e la mancanza di opportunità sono la base di tanti problemi della nostra società. Quello che ha facilitato il cambiamento per me è stato sapere che finalmente avevo intorno persone interessate a me ed al mio benessere, prima pensavo non importasse a nessuno. Così ho iniziato a chiedermi cose del tipo “come mai tengono così tanto alla mia educazione?”, oppure “come mai controllano io stia bene?” e, con il tempo, le risposte sono arrivate.

Raccontaci un po’ della tua vita oggi…

Sono cambiate tante cose, ho finito le superiori nel 2010 ed ho avviato diversi piccoli business dopo. Amo creare sandali maasai con perline e sono un bravo fabbro. Ho anche frequentato diversi corsi tecnici, amo imparare cose nuove. Da circa un mese collaboro con il Centro Kwetu Home of Peace, mentre porto avanti il tirocinio siamo alla ricerca di un donatore per la mia Università. È una grande soddisfazione sapere che proprio il posto in cui sono stato riabilitato crede così tanto in me. In cambio continuerò a dare servizio presso il Centro così da essere da esempio per i bambini che sono come “me nel passato”.

Al momento il mio ruolo è di stare a stretto contatto con la comunità per valutare l’inserimento dei bambini di strada che incontro.

Cosa sogni per il futuro?

Vorrei diventare professore di Swahili e nel frattempo continuare ad essere un mentore per bambini e ragazzi in difficoltà continuando con seminari e campagne per la consapevolezza dei pericoli delle droghe e delle malattie. Voglio essere da modello per i miei futuri figli e per la società.

Vuoi dire altro prima di salutarci?

Vorrei ringraziare Kwetu ed Ai.Bi. per il sostegno ricevuto e vorrei ricordare a tutti che con amore ed educazione possiamo arrivare lontano!

Auguriamo il meglio a John e continueremo a seguire i suoi passi. Quello che, ad oggi, ha realizzato, lo ha fatto grazie a chi crede nel lavoro di Ai.Bi. e permette di regalare sogni ai bambini e ai ragazzi con un passato difficile alle spalle ma con la voglia di riscattarsi nel futuro.