“Papà mi compri il supermercato?” Le enormi aspettative dei figli verso i genitori adottivi. Come comportarsi?

La psicologa: “Importante aiutarli a capire il valore delle cose con un paziente lavoro di esemplificazioni”

“Papà, mi compri il supermercato?” Una domanda che può far sorridere, ma che non va sottovalutata, perché esprime le enormi aspettative che a volte i figli adottivi nutrono verso i loro genitori.

Nel primo periodo di affiatamento dei bambini nel loro Paese con i nuovi genitori adottivi, la conoscenza delle aspettative che i bambini hanno nei confronti dei genitori sono elementi importanti per farci riflettere. È appunto il caso di Leo che dopo la terza volta che si è recato con i genitori al supermercato, dice al padre di comprare “il supermercato” così non bisogna piu’ fare la spesa.

È un episodio che ci fa sorridere ma è lo spunto per farci capire come spesso i bambini in istituto hanno delle aspettative o dei sogni rispetto ai nuovi genitori legate anche allo status economico della famiglia. A volte sono i bambini pù grandi dell’istituto che raccontano anche storie inventate sulla ricchezza delle famiglie adottive, a volte è la stessa televisione che, soprattutto in alcuni Paesi del Sud America, è accesa nelle sale degli istituti tutto il giorno, formando nei bambini un’immagine distorta e a volte poco veritiera della nuova famiglia e della realtà occidentale.

La psicologa Elisa Sciommarello, che accompagna gli iter adottivi della sede Ai.Bi. di Bolzano, consiglia alcuni accorgimenti: “È importante per i neo-genitori aiutare i bambini, tenendo conto della loro età, a capire il valore delle cose attraverso un paziente lavoro di esemplificazioni e racconti anche personali. Il pensiero del valore delle cose è un pensiero adulto, racchiude spesso dei valori familiari tramandati dalle nostre famiglie. Per i bambini adottivi serve quindi tempo e pazienza per aiutarli a capire con la quotidianità e con l’esempio questo valore importante”