Mese: Giugno 2016

Mi hanno diagnosticato la sclerosi multipla. Ho la possibilità di adottare?

Io e mio marito ci siamo affacciati da poco al mondo dell’adozione e stiamo cercando di documentarci sugli aspetti burocratici ed economici. Purtroppo recentemente mi è stata diagnosticata una sclerosi multipla e questo ci sta scoraggiando perché ho sentito che la mia malattia potrebbe rappresentare un ostacolo su questa strada. Quante possibilità abbiamo di poter adottare? E in quale Paese? – Risponde Ufficio stampa di Ai.Bi.

“Non fatevi scoraggiare dalla scheda…dopo averlo incontrato le paure svaniscono!”

Una coppia di nostri amici ha conosciuto ad Aprile il loro bimbo di tre anni… Bellissimo! Essendo sempre vissuto in istituto gli è stato diagnosticato un lieve ritardo generale ma ti assicuro che dopo averlo incontrato le paure sono svanite. Si deve essere positivi. Anche noi abbiamo paura ma si sa che la Russia a volte può essere dura… l’importante è non perdersi d’animo!

Siria, migliaia di bambini intrappolati da anni nei loro villaggi: Ai.Bi. è lì per non lasciarli soli

“Nell’area di Homs, migliaia di persone vivono assediate da anni. Qui Ai.Bi. sta formando genitori e operatori per la realizzazione di nuovi centri per minori a cui garantire protezione e sicurezza alimentare”. Andrea Moroni, responsabile cooperazione di Ai.Bi., ha presentato a Telepace la campagna Non lasciamoli soli di Amici dei Bambini in Siria. “Nel Paese ci sono 4 milioni di minori in stato di necessità. Per coprire i loro bisogni occorre l’aiuto di tutti”. GUARDA L’INTERVISTA (dal minuto 12 e 43 secondi)

Siria. Ai.Bi. al fianco di 2.700 bambini assediati da 3 anni. Partita la formazione di 91 angeli che cureranno le ferite più profonde: quelle dell’animo

Anche quando le armi finiranno di vomitare odio, l’animo dei bambini siriani resterà affollato di tremendi ricordi: case bombardate, famiglie distrutte, amici persi per sempre, fame e miseria. Ferite fisiche e psicologiche che in molti casi sarà difficile riuscire a risanare completamente. Tecnicamente si chiama “stress post traumatico”.

Torino. Il tribunale dei minori: “Ha un tumore al seno, non può adottare: devono passare almeno 5 anni”. L’oncologa: “Il cancro si cura. Anche le sentenze devono tenerne conto”

Avere a che fare con una malattia “importante”  può cambiare le priorità della tua vita: può affossarti e farti precipitare in un vortice di sconforto o al contrario farti apprezzare ancor di più i valori della famiglia, dell’amore e dell’accoglienza della vita senza rinunciare ai tuoi sogni. E così, più è “determinata” la malattia contro cui combatti, più sei determinato/a tu a non dargliela vinta.

Ennesimo naufragio al largo della Libia: muoiono 10 mamme

Il mare continua a far valere la “legge del più forte”. Nella notte tra il 29 e il 30 giugno si è verificata l’ennesima tragedia nel Canale di Sicilia. Le vittime questa volta sono 10 donne che cercavano di raggiungere l’Italia dalla Libia, ma invano. A ripescarne i corpi ormai senza vita, a circa 20 miglia dalle coste della Libia, l’equipaggio della nave Diciotti della Guardia Costiera, inviata subito dopo la richiesta di soccorso ricevuta dalla centrale operativa di Roma.

Audizioni alla Camera. Zevola (Tribunale di Milano): “Il 30% di chi ottiene l’idoneità all’adozione internazionale sceglie di non adottare”

“La legge italiana sulle adozioni così com’è funziona, va semmai aggiornata in alcuni punti, ma deve rimanere fondata sul superiore interesse del minore, che non consente alcun calcolo sulla sorte dei bambini. È sostanzialmente una promozione quella che il presidente del Tribunale per i Minorenni di Milano Mario Zevola esprime a proposito della legge 184/1983.

L’allarme Unicef: 69 milioni di bambini moriranno entro il 2030. Far rinascere l’adozione internazionale è la strategia vincente per salvare migliaia di piccole vite

Un dato shock irrompe in un mondo sempre più caratterizzato da diversità e divario tra poveri e ricchi, le cui conseguenze gravano soprattutto sull’infanzia. Se non si corresse ai ripari in tempi brevi, infatti, entro il 2030 almeno 69 milioni di bambini sotto i 5 anni moriranno per cause assolutamente prevenibili.

Piccoli migranti, il 90% di quelli arrivati in Italia è senza famiglia. Ma lo Stato non vuole dargliene neanche una temporanea

Sono pronti a rischiare tutto pur di fuggire da una realtà che riserverebbe loro solo miseria, violenza e morte. Così decidono di imbarcarsi su gommoni, vecchi pescherecci e barconi fatiscenti pur di andare incontro a una flebile speranza. Quasi sempre senza nessuno che si prenda cura di loro durante questo viaggio drammatico.