#BAMBINIxLAPACE. Un progetto che, da 15 mesi, ci insegna il valore della vita

Nell’ambito del progetto #BAMBINIxLAPACE lo staff di Ai.Bi. garantisce protezione, cura e sostegno a bambini e famiglie colpite dalla guerra, operando sia su territorio ucraino che moldavo

Sono passati 15 mesi dall’inizio della guerra in Ucraina. Il conflitto continua incessantemente e provoca ancora danni e vittime. Per i cittadini sono 15 mesi di gara per la salvezza, di continuo addestramento a vivere diversamente, ovvero a convivere con la sofferenza e la paura per la perdita della propria vita, dei cari, delle case ed anche della dignità. 

La vita da profughi

“Non è facile vivere da profugo”: questa è una frase che abbiamo sentito in varie occasioni, in tutto questo tempo. Lo dicono i rifugiati che passano per la dogana di Palanca, quelli che sono ospitati presso le strutture di accoglienza ai profughi (a Carpineni, Stefan Voda, ecc.) e persino quelli che hanno trovato una casa nelle comunità moldave. In realtà, una casa vera e propria non lo è, “perché vi si sta come ospiti” – spiegano – “perché per più accogliente che sia, i diritti e le libertà non sono uguali a quelli di prima, quando si era in Patria, quando si era veramente a casa.” 

La continua vulnerabilità 

Non è neanche gradito sapersi in un continuo stato di vulnerabilità, come beneficiario di aiuto umanitario, esporre continuamente i propri dati personali (perché richiesti da chi fornisce servizi di aiuto), essere disposti a raccontare il proprio dramma, fornire immagini di sé stessi (per poter beneficiare di beni che, come da protocollo, devono essere giustificati), quando in realtà, la maggior parte degli ucraini con i quali veniamo a contatto, vogliono solo dimenticare questo incubo senza fine e tornare alla normalità. 

La normalità ancora lontana

Una normalità che è ancora lontana, sia per loro, ucraini, sia per il popolo moldavo che in tutto questo tempo non ha mai cessato di accogliere, di dare, di condividere (sia beni materiali, che vissuti e speranze), mantenendo ben visibile il lato della solidarietà – un tratto che ci definisce come popolo e del quale siamo orgogliosi. 

L’aiuto di Amici dei Bambini

A mostrare questa solidarietà instancabile sono anche le varie ONG, tra i quali anche AiBi, che attraverso i suoi operatori, dispersi nelle varie località moldave, offrono i servizi di sostegno ai profughi in fuga dalla guerra. Per esempio, il nostro intervento alla dogana di Palanca è partito subito dopo i primi bombardamenti in Ucraina, a febbraio 2022. Da allora, siamo lì per dare un volto amico, per regalare speranze, ma soprattutto, come dicono i nostri operatori, “per sfamare e tranquillizzare chi è riuscito a scappare con la vita raccolta in due valigie”.

Aumenta il flusso di profughi

Le settimane scorse infatti, dopo gli ultimi attacchi massici sulle regioni Odessa e Dnipro, il flusso dei profughi è aumentato di nuovo. Pure le nostre provviste di cibo caldo che abbiamo portato in dogana, per riempire i Travel Box destinati agli sfollati che entrano nel Paese. 

I bus strapieni di gente, hanno portato maggiormente madri con bambini – agli uomini è tuttora vietato lasciare il paese. Arrivano da Dnipro, Odessa, Mykolaiv, Bakhumut, quelle città il cui nome già ci fa venire i brividi sulla pelle quando sentiamo i giornali. Eppure, quelle città sono ancora abitata. Tanti dei profughi che arrivano in Moldova, non sono al primo viaggio, perché circolano spesso da un paese all’altro. “Quando in Ucraina è tutto tranquillo, torniamo a casa, perché lì ci sono i nostri parenti, le nostre radici” – raccontano. La Moldova è diventata per loro un’isola in cui trovano rifugio quando nel loro paese corrono pericolo. 

Le gravi perdite familiari 

I nostri operatori, nonostante abituati alle storie delle persone che già hanno preso confidenza e sono più disposte a condividere i loro vissuti, si emozionano ancora oggi e fanno fatica a trattenere le lacrime quando le storie che sentono sono veramente sconvolgenti. 

Ad esempio, la storia di una madre che ha perso il figlio diciottenne, appena arruolato o la storia di un ex-combattente, rimasto invalido, che ha voluto donare la sua divisa ad un altro giovane, solo perché assomigliava al fratello, che aveva perso da poco nella guerra. Poi c’è la storia di un’altra mamma, costretta a scappare con i due figli minorenni, lasciando in Ucraina un altro figlio ed il marito; anche quella di una giovane famiglia che, insieme alla figlia di 12 anni, per salvarsi, hanno vissuto nel bosco per sei mesi interi. Sempre lì, a maggio 2022 hanno portato alla luce il loro piccolo. Sono arrivati in Moldova quando il bambino aveva già due mesi di vita. Era il più giovane sopravvivente che hanno conosciuto i nostri colleghi. Ed è diventato subito, per loro, il simbolo della forza, dell’amore per la vita, e della vera lotta tra il bene contro il male – una lotta in cui il bene vince. Sempre. È la più bella lezione che ci ha insegnato un bambino. 

Per loro siamo qui, lieti di essere arruolati in questo promettente progetto #BAMBINIXLAPACE, diventando, di fatto e di diritto “AMICI DEI BAMBINI”.

I progetti di Amici dei Bambini

Ai.Bi. porta avanti moltissimi progetti in Ucraina, dove è presente da oltre vent’anni: è stata una delle prime organizzazioni italiane ad attivarsi per l’emergenza. La campagna “BAMBINIXLAPACE” garantisce protezione, cura e sostegno a bambini e famiglie colpite dalla guerra, aiutando anche tutte le donne, che hanno continua necessità di sostegno.

Sostieni anche tu la campagna #BAMBINIXLAPACE

Serve ancora il sostegno di tutti per venire incontro ai tanti bisogni delle donne, mamme e famiglie colpite dal conflitto. Chiunque può dare il suo contributo attraverso una donazione “una tantum” o sostenendo il progetto di adozione a distanza dei bambini e le famiglie ucraine, per dare continuità agli interventi che l’associazione compie ogni giorno nel contesto dell’iniziativa #BAMBINIXLAPACE. Clicca QUI per partecipare.