Con il Covid 19 l’Adozione Internazionale ritorna al passato e riscopre la sua origine

Mentre i minori bloccati all’estero a causa del coronavirus stanno rientrando “da soli” in Italia, ci si interroga se possa essere questo il futuro dell’ accoglienza adottiva nel nostro Paese, tra strumenti online e accompagnamento a distanza

 

Prima, ad inizio giugno, dieci bimbi provenienti da Haiti, adottati da 6 coppie italiane erano sbarcati a Malpensa, poi i primi di luglio è stata la volta di 3 bambini del Burkina Faso atterrati a Roma ed infine nei giorni scorsi, alle 4.50 del mattino, a Fiumicino, 9 bambini provenienti dal Burundi, adottati da 5 famiglie italiane, sono stati accolti da una miriade di palloncini colorati.

I bambini abbinati alle coppie italiane, che a causa dell’emergenza coronavirus erano rimasti “bloccati” nei propri Paesi d’origine, piano piano quindi stanno “rientrando” in l’Italia.

Così il Covid-19, oltre a farci scoprire realtà che potevamo solo immaginare, come la scuola a distanza, o il lavoro “agile” da casa, ci permette anche di fare un tuffo nel passato e ci riporta negli anni 70, ai “primordi” dell’Adozione Internazionale, quando i bambini abbandonati dell’India venivano “accompagnati ” in Italia per incontrare i loro genitori adottivi…

L’ Adozione Internazionale è nata proprio così. Con i volti dei bambini attoniti e meravigliati che scendevano a Fiumicino dalle scalette degli aeroplani e incontravano due visi di adulti in trepidante attesa, anche loro attoniti e meravigliati.

Così il desiderio della dottoressa Laera, ex vice presidente della Commissione Adozioni Internazionali ed ora confermata esperta della stessa commissione, di creare quelle famose  “corsie preferenziali finalmente si avvera.

A parte la soluzione eccezionale escogitata per i minori sorpresi all’estero dalla pandemia, dalle parole della Laera, in un’intervista rilasciata a Vita, si evince che sono ancora 400 gli abbinamenti in corso di minori a coppie italiane.

Potrebbe essere questa la soluzione della futura adozione internazionale?

Già le procedure di abbinamento sia in Italia che all’estero seguono la strada dell’online e in effetti, neppure durante il lockdown, si sono fermate .

Per la rimanente parte della procedura si stanno sperimentando soluzioni efficaci:

percorso di “affiatamento on line” del bambino con la coppia sotto lo sguardo degli operatori della autorità centrale locale e dell’ente autorizzato, sentenza on line pronunciate dai giudici stranieri alla presenza dei rappresentanti degli enti autorizzati e accompagnamento del minore in Italia da parte di operatori specializzati .

Le autorità centrali dei paesi del Sud America sembrano lanciare segnali positivi in tal senso e la nostra Commissione Adozioni Internazionali accompagna con favore tale sforzi.

Tutto bene, ma c’è anche una nota stonata in questa percorso: l’inerzia colpevole dei nostri servizi pubblici e dei tribunali dei minori incapaci di adattarsi alla “novità” dell’attività on line e, a parte alcune lodevoli eccezioni, sono loro che hanno determinato il blocco delle idoneità .

Ci saranno così bambini abbandonati pronti a partire… ma qui in Italia nessuna famiglia pronta ad accoglierli.