Dati ISTAT e inverno demografico. Griffini (Ai.Bi.): “Problema drammatico. L’adozione internazionale può aiutare, ma bisogna investire”

“Se ogni Paese con cui l’Italia collabora su questo fronte vedesse adottati 200 minori avremmo 8mila bambini in più all’anno”

“L’inarrestabile inverno demografico italiano si può combattere anche sostenendo l’adozione internazionale. Considerando che l’Italia oggi ha rapporti in questo campo con oltre 40 Paesi e che, in ognuno di questi, ci sono migliaia di minori abbandonati, se anche soltanto 200 di questi avessero la possibilità di incontrare una famiglia adottiva, perché no italiana, si avrebbero 8mila bambini in più ogni anno”. Lo dichiara il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini, commentando i dati dell’ultimo annuario ISTAT, che fotografano in maniera netta e inquietante il crollo di nascite e fecondità.

Come emerso anche dalle cronache, l’annuario riporta come, nel 2018, sia stato segnato un nuovo minimo storico nelle nascite addirittura dall’Unità d’Italia: 439.747. Erano 458.151 solo nel 2017. E anche le famiglie, 25 milioni e 700mila nel Paese, pur essendo più numeorse sono formate da sempre meno persone: il numero medio di componenti è passato da 2,7 (media 1997-1998) a 2,3 (media 2017-2018), soprattutto per l’aumento delle famiglie unipersonali che in venti anni sono cresciute di oltre 10 punti, dal 21,5% nel 1997-98 al 33,0% nel 2017-2018, ovvero un terzo del totale delle famiglie.

Così, mentre il Paese invecchia e non fa più figli, dando l’aria di essere sempre più stanco e spaventato dal futuro, una soluzione per dare una sferzata alla bilancia demografica potrebbe essere appunto quella di investire sull’adozione internazionale.

“L’inverno demografico – spiega il presidente di Ai.Bi. – è oggi non una ma ‘la’ minaccia principale alla sopravvivenza del nostro Paese e del suo sistema. Il problema chiave, a tal proposito, è quello della fecondità, il cui calo si attesta su livelli preoccupanti e prosegue inarrestabile, dando vita a un circolo vizioso”.

“L’adozione – aggiunge Griffini – è un settore su cui investire in Italia, perché esistono cinque milioni e mezzo di coppie sposate e senza figli. Molte, tre milioni, lo sono per sterilità. Ecco, con l’adozione questa potrebbe divenire una ‘sterilità feconda’, feconda soprattutto di amore e giustizia sociale per qualcuno tra quei circa 170 milioni di bambini che, nel mondo, si trovano costretti ad affrontare la più grande delle ingiustizie: quella di crescere senza una famiglia. Naturalmente servono degli incentivi, perché l’adozione internazionale è oggi, un percorso troppo costoso per una famiglia ‘normale’, tanto che circa il 20% delle coppie che ottiene l’agognato decreto di idoneità da parte dei tribunali per i minorenni poi rinuncia. Ecco perché, da tempo e insieme alla cabina di regia’Adozione 3.0’, sosteniamo la necessità di introdurre un bonus forfettario di 10mila euro per le coppie che adottano. Inoltre, considerando che l’Italia, oggi ha rapporti per adozione internazionale con oltre 40 paesi, nei quali il problema dell’ abbandono infantile è rilevante, se ognuno di questi vedesse adottati 200 minori senza famiglia, si avrebbero 8mila bambini in più, sufficienti, per fare un esempio, a riportare in pareggio il numero dei nati nel 2019 rispetto al 2018, visto che si prospetta un calo esattamente di questa portata”.