Il dramma delle scuole paritarie: in totale 37 chiuse. Un sito ora le conteggia

Il Governo ha stanziato 150 milioni. Ma non bastano. E a rischio c’è un settore cui fanno riferimento 180mila lavoratori e 900mila alunni

Ora le scuole paritarie costrette a chiudere hanno anche un sito. Si chiama www.noisiamoinvisibili.it ed è stato creato da suor Anna Monia Alfieri, promotrice del flash mob che giovedì scorso ha portato a decine i rappresentanti delle scuole pubbliche non statali a protestare fuori dal Parlamento. Il Coronavirus, infatti, è stato un colpo durissimo per gli istituti paritari in Italia.

Molti dei quali, purtroppo, saranno costretti ad alzare bandiera bianca prima di settembre, quando ci saranno le riaperture. Il sito creato da suor Anna, intanto, tiene il conto delle vittime: per ora sono 37, con ben 1900 studenti di fatto resi “orfani” della scuola alla quale erano regolarmente iscritti. Studenti che, a settembre, si riverseranno nelle scuole pubbliche, con un costo, per lo Stato, stimato in oltre 16 milioni di euro, dato che per ogni alunno nella scuola pubblica si spendono 8.500 euro l’anno contro i 500 di contributo per quelli che frequentano le paritarie.

Scuole paritarie chiuse per sempre. A nulla sono valse le promesse del ministro

E questo nonostante, all’inizio dell’epidemia, il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, avesse promesso che nessuno sarebbe rimasto indietro. Ma così, purtroppo, non è stato. Troppo pesanti gli effetti delle chiusure per chi vive grazie alle rette degli studenti. Che molte famiglie non riescono più a pagare a causa della crisi che le ha investite. Così, alla fine, il conto per l’erario potrebbe essere salato. Dato che, come spiega ad Avvenire proprio suor Anna Alfieri, “le scuole non possono ulteriormente indebitarsi”.

Il Governo, attraverso il decreto “Rilancio”, ha stanziato 150 milioni di euro, suddivisi in 80 milioni per nidi e scuole materne e 70 per tutti gli altri istituti. In Parlamento, tuttavia, sono stati depositati diversi emendamenti, che mirano a elevare lo stanziamento fino a 300 milioni: una cifra consistente che potrebbe significare la salvezza per un settore cui fanno riferimento 12mila scuole, 900mila alunni e 180mila lavoratori.