Kenya ottiene un seggio al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Griffini (Ai.Bi.): “Ora riapra all’Adozione Internazionale”

Da gennaio 2021 e per due anni il Paese africano farà parte dell’organo più potente delle Nazioni Unite

Il Kenya ha recentemente conquistato uno dei 10 seggi di natura elettiva disponibili al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ricoprirà per un periodo di due anni a partire da gennaio 2021. Il voto si è tenuto nel mese di giugno 2020, con la partecipazione di 191 dei 193 Paesi membri dell’ONU. Il Kenya ha ottenuto 129 voti, battendo la piccola Gibuti che ha ottenuto 62 preferenze. Il Consiglio di sicurezza è composto da 15 Paesi e ogni membro ha diritto a esprimere un voto. Di questi 15, cinque sono permanenti. Si tratta delle nazioni uscite vincitrici dal secondo conflitto mondiale: Russia, Cina, Stati Uniti, Francia e Regno Unito. Gli altri 10, per l’appunto, vengono scelti in via elettiva. Ognuno dei 15 presiede il Consiglio per la durata di un mese.

Kenya nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. “Ora le adozioni”

Un risultato importante per il Kenya, soprattutto in una fase internazionale caratterizzata da tensioni e delicati equilibri. Per la nazione africana si tratta di un ritorno nell’organo più potente dell’ONU dopo un’assenza durata ben 23 anni. “Siamo felici – è il commento del presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini – che il Kenya, Paese nel quale siamo presenti con diversi progetti e interventi, possa tornare a far parte di un consesso così importante per la pace mondiale. Sicuramente si tratta di una notizia positiva anche per tutto il continente africano”.

“Inoltre – prosegue il presidente di Ai.Bi. – auspichiamo che a questo importante successo diplomatico possa far seguito, per quanto attiene alle attività della nostra organizzazione, anche una riapertura delle adozioni internazionali nel Paese, chiuse in seguito alla moratoria imposta dal governo locale nel novembre del 2014 e alla definitiva divieto imposto con una legge statale approvata nel 2019. Furono, quelle, decisioni prese per contrastare una serie di episodi di abusi e corruzione. Oggi, tuttavia, è necessario che, salvaguardando la trasparenza, si torni ad adottare. Troppi sono, in quel Paese, i bambini che attendono una famiglia che, senza l’Adozione Internazionale, non avranno mai”.